Cinema

Miyazaki, Sorrentino, Von Trier e Caro Diario: i 30 anni di Lucky Red. Occhipinti: “Ora un film su Stefano Cucchi”

Titoli, progetti, e numeri della casa di distribuzione italiana indipendente. Oltre 400 i film distribuiti in sala, 150 premi ricevuti, 56 milioni di spettatori negli ultimi 20 anni di rilevamento Cinetel. Senza dimenticare il nuovo fronte, fruttuoso, della produzione (Lo chiamavano Jeeg Robot è arrivato oltre i 5 milioni di euro) e lo storico allargamento della distribuzione nei multiplex che ha portato agli oltre nove milioni di incassi per Il Piccolo Principe

Hayao Miyazaki, Paolo Sorrentino, Lars Von Trier, Ang Lee. Ma anche Caro Diario, In & Out, The millionaire, In the mood of love, I soliti sospetti. E ora la produzione del nuovo film di Gabriele Mainetti (regista de Lo chiamavano Jeeg Robot) e un film sugli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi. Titoli, progetti, e numeri della Lucky Red: casa di distribuzione italiana indipendente che compie 30 anni. Oltre 400 i film distribuiti in sala, 150 premi ricevuti, 56 milioni di spettatori negli ultimi 20 anni di rilevamento Cinetel. Senza dimenticare il nuovo fronte, fruttuoso, della produzione (Lo chiamavano Jeeg Robot è arrivato oltre i 5 milioni di euro) e lo storico allargamento della distribuzione nei multiplex che ha portato agli oltre nove milioni di incassi per Il Piccolo Principe.

“Ricordo ancora quando abbiamo messo insieme il primo listino veramente strutturato per esercenti e addetti ai lavori. Era il 1992. Dentro c’erano Caro diario, Banchetto di nozze – il primo film di Ang Lee in Italia -, Molto rumore per nulla di Kenneth Branagh, Belle Epoque – il primo film con Penelope Cruz – che poi vinse l’Oscar. L’impatto fu forte. Improvvisamente il mondo del cinema italiano si accorse di Lucky Red”, spiega Andrea Occhipinti al FQMagazine.

“Poi ci sono stati altri momenti importanti come il primo film prodotto, L’amore molesto di Mario Martone che fu scelto a Cannes; i premi ai festival che abbiamo vinto da Vive l’amour a The Wrestler. Infine, chiaramente c’è stata grande soddisfazione per gli incassi de Il Piccolo Principe”. Ed è qui la svolta quasi da dimostrazione di forza. Il distributore indipendente, qui anche produttore, che con l’animazione di Mark Osborne va a sfruculiare le grandi major del settore nel loro terreno di casa: i multiplex.

“Siamo una società in evoluzione e mutamento che ha deciso di stratificare la propria offerta, quindi di avere anche film più commerciali che entrano nelle multisale. È stata una scelta che ha rafforzato Lucky Red. Non a caso è il quarto anno che risultiamo la prima società indipendente in termini di quote di mercato dopo le major. Il mercato è cambiato, ed è diventato difficile distribuire certi film. Puoi continuare a farlo solo se adotti una strategia più variegata e mista, così minimizzi i rischi. In fondo tutti i piccoli vogliono crescere, no?”.

Diversi e memorabili gli highlight Lucky Red del trentennale. Nel 1996 Occhipinti punta su Le onde del destino, opera scioccante che fa conoscere ad un pubblico vasto il ribelle Lars Von Trier; ma ci sono anche i film di Hayao Miyazaki o l’exploit de Il Divo di Paolo Sorrentino. “Lo studio Ghibli era rimasto traumatizzato dal rapporto con la Disney che gli cambiò perfino le musiche in alcuni loro film” – ricorda Occhipinti-, “noi invece abbiamo sempre avuto l’abitudine di seguire con attenzione tutti i nostri autori nelle loro richieste di rigore e fedeltà ai loro testi. Per questo l’ossessivo controllo di Studio Ghibli dal doppiaggio alla comunicazione col pubblico si è sposato perfettamente con noi”. Per non parlare della scommessa Sorrentino nel 2008 quando arrivava dai fischi di Cannes per Le conseguenze dell’amore e L’amico di famiglia:

“Ho un ricordo vivissimo di quando Nicola Giuliano ci portò lo script del film. Lo leggemmo in una notte. Era pazzesco, geniale, magnifico, si capiva già il disegno visivo di Paolo sulla carta, ma nessuna tv voleva produrlo. Ci gettammo con l’entusiasmo e la convinzione di fare qualcosa di eccezionale. E questo avvenne. Fu un grande film, vinse un premio a Cannes e la battaglia al box office nel pessimo mese di maggio. Lì dimostrammo con Nicola Giuliano che rimanendo uniti, indipendenti, e senza bisogno dei canonici percorsi per fare i film, ce la potevamo fare. C’erano ostacoli dappertutto. Ci fu una resistenza incredibile perché Il Divo non ricevesse fondi dal ministero, e anche pressioni perché il film non venisse fatto. La Rai ci disse chiaramente ‘noi non possiamo coprodurlo’”.

Ora, le nuove sfide della distribuzione si intitolano All the money in the world di Ridley Scott con Kevin Spacey, e Logan Lucky di Steven Soderbergh con Daniel Craig. Mentre a livello produttivo si sta lavorando ad almeno cinque film, tra cui Ride che vede lo script e la supervisione artistica di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro (registi dell’ottimo Mine); come il film Sulla mia pelle, incentrato sull’ultima settimana di vita di Stefano Cucchi, diretto da Alessio Cremonini e interpretato da Alessandro Borghi e Jasmine Trinca: “È un progetto che ci ha portato Livia Musini di CinemaUndici e abbiamo deciso di co-produrlo con lei. La sceneggiatura è molto forte. La nostra è una scelta precisa di tornare a un cinema d’impegno civile. Ci tengo a sottolineare che portiamo avanti questo progetto perché credo sia molto importante raccontare quello che è successo negli ultimi giorni di vita a Stefano Cucchi”.