L'associazione degli agricoltori lancia l'allarme citando i dati Ucea: a giugno le temperature sono state di oltre 3 gradi sopra la media del periodo e due terzi delle piantagioni sono state colpite dalla siccità. Intanto il Consorzio di bonifica Ionio Crotonese invita i contadini a non impegnarsi nelle colture invernali: "Gli invasi saranno vuoti". E in Sardegna è emergenza incendi
Le temperature massime di giugno sono state superiori di 3,6 gradi rispetto alla media di riferimento, mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 65,4%, provocando “una crisi idrica di portata storica a livello nazionale”. E quando la pioggia ha deciso di scendere nuovamente, lo ha fatto sotto forta di nubrifagi e grandinate nel nord Italia causando frane, allagamenti e una diffusa devastazione delle campagne colpendo i campi di mais nel Bresciano e danneggiando i vigneti di Prosecco nel Veneto. I dati diffusi dalla Coldiretti basandosi sulle rilevazioni dell’Ucea, l’Unità di ricerca per la climatologia e la meterologia applicate all’agricoltura, sono drammatici. E in provincia di Crotone, il Consorzio di bonifica invita gli agricoltori a non impegnarsi nelle colture invernali perché “entro il 10 settembre non ci sarà più acqua sufficiente negli invasi” della Sila “per poter garantire l’irrigazione”.
Colpiti i 2/3 delle piantagioni: “Perdite superiori al miliardo” – Del resto, la fotografia della Coldiretti è chiara: “Con il prolungarsi dell’assenza di pioggia in gran parte della Penisola, l’allarme siccità si è ormai esteso ad oltre i due terzi della superficie agricola nazionale interessando praticamente tutte le regioni anche se con diversa intensità – avverte – La situazione si sta aggravando con effetti catastrofici per la produzione con perdite ben superiori al miliardo stimato, se non pioverà nell’arco delle prossime due settimane in modo costante e non violento”. Le precipitazioni, infatti, alleviano lo stato di siccità se cadono “in modo continuo e non violento” perché solo in quel modo l’acqua “può essere assorbita dal terreno”. In caso contrario, “gli acquazzoni aggravano i danni e pericolo di frane e smottamenti”.
In provincia di Crotone: “Non coltivate, non ci sarà acqua” – Senza pioggia, la situazione rischia di precipitare anche in alcune zone della Calabria. L’invito lanciato agli agricoltori delle valli del Neto e del Tacina è netto: “Non impegnatevi per le colture invernali”. La perdurante siccità, spiegano i vertici del Consorzio di bonifica Ionio Crotonese in seguito a una lettera della A2A che gestisce i bacini della Sila, porterà a uno scenario preoccupante: “Entro il 10 settembre non ci sarà più acqua sufficiente negli invasi silani per poter garantire l’irrigazione utile ad avviare le coltivazioni invernali di ortaggi”. Se non si interviene con una riduzione dei rilasci di acqua i laghi Arvo ed Ampollino saranno praticamente prosciugati entro i primi dieci giorni di settembre.
Acqua diminuta del 60% a giugno – I due invasi hanno una capacità complessiva di 130 milioni di metri cubi di acqua e al momento ne contengono solo 37 milioni. Nel solo mese di giugno c’è stata una diminuzione della quantità di acqua del 60% rispetto ai valori medi precedenti. Per questo A2A ha informato il Consorzio di bonifica, che gestisce la rete irrigua delle due valli, della decisione di ridurre, come prevede la convenzione con la Regione Calabria, la portata dei rilasci dal 1° luglio al 31 ottobre prossimi. Le preoccupazioni maggiori sono per la valle del Tacina nella quale sono compresi i territori agricoli di Isola Capo Rizzuto e Cutro, tra i più vasti della Calabria con oltre 12 mila ettari coltivati e dove l’acqua serve anche per i villaggi turistici che saranno interessati dalla turnazione di fornitura di acqua.
Maxi incendio alle porte di Iglesias – Intanto in Sardegna è scattato l’allarme incendi. Nel primo pomeriggio è stato evacuato precauzionalmente il quartiere Montepoli, alla periferia di Iglesias. Tutte le squadre a terra disponibili sono sul posto per tentare di arginare il vasto rogo, sulle cui cause non ci sono al momento certezze. In azione anche mezzi aerei: tre elicotteri e due Canadair per evitare che il fuoco avanzi divorando altri ettari di vegetazione. Le fiamme hanno costretto l’Anas a chiudere 19 chilometri della strada statale Sud Occidentale Sarda per consentire l’intervento delle unità anticendio. E anche domani sarà un giorno a rischio: l’allerta arancione, che oggi riguarda il Campidano, sarà estesa a quasi tutta la regione. E si parla di “attenzione rinforzata”: è la situazione in cui, spiega la Protezione civile, le condizioni sono tali che, ad innesco avvenuto, l’incendio, se non tempestivamente affrontato, può raggiungere dimensioni tali da essere difficilmente contrastabile con le forze ordinarie.