La Procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro indagati nell’inchiesta sulla raccolta irregolare di firme a sostegno della lista del Movimento 5 stelle per le regionali del 2014. La richiesta al gip riguarda il vicepresidente del consiglio comunale Marco Piazza, che si era autosospeso dal Movimento in attesa della decisione della Procura, il dipendente comunale Stefano Negroni e due attiviste, Tania Fioroni e Giuseppina Maracino, che hanno partecipato ai banchetti di raccolta firme. L’inchiesta del pm Michela Guidi e del procuratore Giuseppe Amato contesta a vario titolo 24 firme raccolte fuori regione, durante la manifestazione M5s al Circo Massimo, alcune sottoscrizioni disconosciute dai firmatari e certificate come autentiche e altre prese da chi non aveva l’autorità per farlo.
“Apprendo la notizia dalla stampa”, ha commentato all’agenzia Adnkronos Piazza, “ma non ho ricevuto nessuna comunicazione dalla Procura”. L’ipotesi di reato è di violazione della legge elettorale e precisamente l’articolo 90 (comma due) del Dpr 570/1960, ovvero il testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali. La vicenda era venuta già alla luce nell’ottobre del 2014, poco prima delle elezioni regionali, quando due attivisti di Monzuno, Stefano Adani e Paolo Pasquino, depositarono un esposto per denunciare irregolarità compiute dal M5s nella raccolta delle firme per la presentazione delle liste elettorali. I due – che in seguito hanno abbandonato il Movimento – vennero minacciati di querela per queste accuse, dal capogruppo del M5s al Comune di Bologna, Massimo Bugani, un fedelissimo di Beppe Grillo e Davide Casaleggio. La querela però non fu mai sporta. Tra le firme irregolari imputate a Piazza ce ne sono due che sarebbero state raccolte da un’attivista non abilitata, che le avrebbe recuperate tra le colleghe in città metropolitana, durante una pausa dal lavoro.
Il 23 giugno scorso, il gup di Palermo Nicola Aiello, ha deciso il rinvio a giudizio dei quattordici indagati nel caso firme false in Sicilia. Tra loro ci sono tre deputati nazionali, due consiglieri regionali e otto tra attivisti ed ex attivisti del Movimento 5 Stelle più un cancelliere del tribunale.