“La data del 27 giugno, ricorrenza della strage di Ustica, resta impressa nella coscienza del Paese come un evento tragico e come una ferita sempre aperta”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio in occasione della ricorrenza del disastro aereo. Il 27 giugno 1980, un DC-9 della società Itavia decollato da Bologna precipitò in mare, fra Ustica e Ponza, provocando la morte delle 81 persone a bordo. Si indagò per un cedimento strutturale, per un ordigno esploso a bordo e per un abbattimento causato “per errore”. Dopo quasi quarant’anni, i parenti delle vittime denunciano “l’inesistenza totale” dei documenti, nonostante la desecretazione.
Il Presidente ha parlato di “vulnus alla sensibilità civile e democratica del nostro popolo”. Rivolgendo un pensiero ai familiari delle 81 persone scomparse ha espresso “la vicinanza nel costante impegno affinché siano accertate le responsabilità e vengano ricostruite in modo univoco le circostanze e il contesto di così tante morti”, esortando alla “auspicabile collaborazione di Paesi amici”. Nel 2007 l’ex-presidente della Repubblica Cossiga ha attribuito la responsabilità del disastro a un missile francese, destinato ad abbattere l’aereo su cui si sarebbe trovato il dittatore libico Gheddafi. Ma le dinamiche non sono mai state accertate con chiarezza.
Responsabilità che, trentasette anni dopo, non sono ancora chiare: Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione Familiari delle Vittime della Strage di Ustica, denuncia la mancanza di informazioni perfino dopo la desecretazione dei documenti voluta dal governo Renzi. L’iniziativa era lodevole “per un’idea di trasparenza apparsa anche al governo come necessaria”. Tuttavia “il negativo è quello che si sta trovando”, cioè nulla. “È solo perché gli archivi sono tenuti male o qualcuno ha buttato via tutto? Parliamone”. Per i familiari delle vittime è importante “pretendere delle risposte dai Paesi amici ed alleati” e inoltre “pretendere che gli archivi delle varie amministrazioni pubbliche siano resi disponibili in maniera decente. Nel senso che per la nostra vicenda c’è da lamentare l’inesistenza totale di documentazione coeva. Ci sembra davvero molto poco”.
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha inviato un messaggio a Daria Bonfietti: “Le innegabili opacità di questi anni hanno fino ad ora impedito una ricostruzione complessiva degli eventi. Non per questo possiamo abbandonare l’impegno perché sia fatta giustizia. Dobbiamo anzi, proprio in questo triste giorno, ribadire la nostra volontà di non cedere alla rassegnazione”. Il sindaco di Bologna Virginio Merola ha incontrato i familiari dell’associazione dei parenti delle vittime questa mattina, nella sala del Consiglio comunale di Palazzo d’Accursio: “Dopo 37 anni siamo qui, ancora e con tenacia, a ricordare quello che è accaduto nel cielo del mar Tirreno quella sera”. Bisogna ancora capire “qual era la nazionalità dell’aereo che ha compiuto quell’atto di guerra in tempo di pace”, ha aggiunto. “Dobbiamo pretendere, dobbiamo esigere, per voi e per l’onore del nostro Paese, perché la ricerca della verità non ha scadenza”.