Mentre la Procura di Castrovillari ha aperto un'inchiesta dopo la denuncia di voto di scambio da parte di una ragazza madre a cui era stati promessi dei benefit in cambio della preferenza, chi avrebbe beneficiato di quei consensi ha ricevuto la delega a numero due della giunta di Longobucco (e gli assessorati a Bilancio, Pubblica istruzione e Tributi). L'opposizione diserta il primo consiglio comunale dove sono state ratificate le nomine
La Procura della Repubblica di Castrovillari apre un’inchiesta su un presunto voto di scambio. E intanto, il neo primo cittadino di Longobucco Gianni Pirillo (Pd-Socialisti Uniti) nomina vicesindaco proprio il beneficiario di quello che, se sarà dimostrato, è un reato che rischia di avere inficiato le elezioni comunali nel piccolo paesino in provincia di Cosenza. A Davide Federico, inoltre, è stata assegnata la delega al Bilancio, alla Pubblica istruzione e ai Tributi. Sulla decisione del sindaco non ha influito la registrazione di una conversazione in cui Mario Federico ha chiesto a una ragazza-madre il voto “segnato” in favore del fratello Davide che era candidato con la lista che ha vinto le elezioni. In cambio le avrebbe fornito un blocchetto dei buoni mensa (da 25 euro) e garantito l’impegno di trovarle un posto di lavoro.
La ragazza-madre, però, aveva registrato la richiesta di voti e le promesse fatte dal fratello del candidato, oggi vicesindaco in quota “Pd-Socialisti Uniti”. Si è recata, quindi, in Procura e ha presentato una dettagliata denuncia per voto di scambio consegnando alla guardia di finanza anche la registrazione con le prove. Dopo il sequestro delle schede elettorali eseguito dalle fiamme gialle su richiesta della procuratore Eugenio Facciolla, si è celebrato il primo consiglio comunale. Come se nulla fosse, il sindaco ha proceduto alla nomina degli assessori e le deleghe più importanti le ha affidate proprio a Davide Federico che ha rastrellato 175 voti. Una nomina che era già nell’aria tanto che l’opposizione, in segno di protesta, non ha partecipato al consiglio comunale. Un gesto, comunicato in anticipo al prefetto di Cosenza, che – è scritto in un volantino affisso dalla lista “Arcobaleno” – vuole rappresentare “un’aperta denuncia del clima intimidatorio e ricattatorio che ha caratterizzato la campagna elettorale. Conclamati episodi di voto di scambio hanno ridotto gli spazi di agibilità democratica e sicuramente alterato il responso amministrativo. Purtroppo in tanti hanno preferito, pur debitamente informati, l’atteggiamento delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo”.
“Non partecipare all’insediamento di un consiglio comunale rinnovato è sempre uno sbercio alla normale dialettica democratica – ha affermato Emanuele De Simone, candidato a sindaco della lista Arcobaleno – Abbiamo riflettuto molto prima di assumere questa decisione estrema. Tuttavia, non appena è diventata di dominio pubblico la nomina di Davide Federico alla carica, addirittura, di vicesindaco, non abbiamo avuto tentennamenti. La maggioranza e il Pd hanno ancora dimostrato la loro arroganza e presunzione, con oltraggio altresì alla magistratura, non tenendo in alcun conto le indagini in corso”. “La saggezza – ha aggiunto De Simone – avrebbe richiesto una pausa di riflessione. Così non è stato e se ne assumono tutte le responsabilità. Noi continueremo nella nostra battaglia per la legalità e la democrazia, difendendo soprattutto chi oggi è fatto oggetto di offese e minacce impronunciabili. Non permetteremo mai che a Longobucco attecchisca l’omertà e la cultura mafiosa, fatta di sguardi violenti, ammiccamenti, corruzione e, purtroppo, anche di distrazioni interessate. I nostri figli dovranno avere la certezza che ogni elezione sarà sempre libera, democratica e onesta”.