Più di quanto potrebbe essere accaduto nella caserma dei carabinieri del suo paese, il problema per il senatore di Ala Lucio Barani è un altro. Le intercettazioni? Tipo: “Il pm Iacopini che deve morire. E male anche”. Oppure: “I negri scimmie, che devono mangiare banane”? O magari la falsificazione dei verbali? Ancora: i sospetti pestaggi e i carabinieri che avrebbero “gonfiato come una zampogna” un fermato? Niente di tutto questo. Il problema serio per il senatore verdiniano ed ex sindaco di Aulla sono i calzini del procuratore capo di Massa Carrara Aldo Giubilaro. Un problema così serio che ha portato il parlamentare che si definisce craxiano a firmare (e far firmare ad altri 14 colleghi) un’interrogazione ai ministri Andrea Orlando e Roberta Pinotti.
Secondo Barani il procuratore Giubilaro – che ha coordinato l’inchiesta sulle presunte violenze dei carabinieri in Lunigiana – aveva infatti un “abbigliamento poco consono”. La colpa del magistrato: indossare i mocassini senza calze durante la conferenza stampa nella quale ha spiegato cos’era emerso dalle indagini. Un comportamento “scorretto”, scrive Barani, peraltro con l’aggiunta di “un atteggiamento sornione di soddisfazione” e il presunto imbarazzo – secondo i parlamentari interroganti – degli ufficiali dei carabinieri che erano lì con il procuratore a causa “dell’abbigliamento poco consono, in particolar modo per l’assenza dei calzini” del magistrato “che non ha dato certamente una buona immagine dell’amministrazione della giustizia”.
Certo, i problemi sono anche altri. Il contenuto dell’inchiesta sui carabinieri presunti violenti? Macché. Secondo Barani il procuratore Giubilaro è colpevole di aver creato non pochi problemi alla popolazione della Lunigiana “che attualmente vive la paradossale situazione per la quale, da un lato, le forze preposte al mantenimento dell’ordine pubblico sono proiettate verso un atteggiamento prudente temendo di potersi vedere accusati di comportamenti contrari ai propri doveri – scrive Barani – o comunque alla legge e, dall’altro, quanti sono dediti ad attività criminali si sentono molto più liberi e tranquilli nel delinquere”. E le misure cautelari sono eccessive, perché i carabinieri “non sono più in servizio” e quindi non potrebbero – stando a sentire Barani – reiterare il reato o inquinare le prove.
A Barani la procura di Massa non deve andare molto a genio, in ogni caso, calzino o non calzino. L’ultimo craxiano in Parlamento – da sindaco di Aulla passò alla storia per aver fatto costruire una statua del leader socialista – è finito infatti più volte nel mirino dei sostituti procuratori toscani e in particolare quelli di Massa Carrara. Barani è per esempio a processo per disastro e omicidio colposo plurimo per l’alluvione del 2011 che a Aulla provocò due morti. Secondo i pm, rilasciò troppi permessi nell’alveo del fiume Magra: case e scuole comprese.
Nel 2014 venne rinviato a giudizio per un caso di doppi rimborsi quando era deputato e allo stesso tempo sindaco di Villafranca in Lunigiana. Accusato di peculato e truffa, sentenziò: “Il pm è comunista”. Alla fine fu assolto e proprio Giubilaro sta valutando se fare ricorso alla corte d’appello perché – ha detto il procuratore – “quei soldi li ha presi”. E infatti Barani per quella vicenda fu condannato dalla Corte dei conti. “I rimborsi non erano dovuti, il senatore li ha avuti. Confesso che la conclusione mi lascia perplesso, ne prendo atto con rispetto”, ha concluso Giubilaro. E vai a capire se indossasse o meno i calzini.