Secondo il presidente, che vuole modificare la Costituzione e contro il quale da mesi si susseguono proteste, si è trattato di un tentativo di colpo di Stato sostenuto dalla Cia. Il pilota del velivolo che ha sganciato i proiettili ha chiesto ai venezuelani di "liberarsi del governo a partire da oggi". Sulla fiancata la scritta slogan "Libertà 350", riferimento a un articolo della Costituzione che autorizza la rivolta contro autorità antidemocratiche
Granate e raffiche di mitra da un elicottero contro la Corte suprema e il ministero dell’Interno. Secondo il presidente venezuelano Nicolas Maduro quello avvenuto a Caracas nel tardo pomeriggio di martedì (la mezzanotte in Italia) è stato un “attacco terrorista e golpista” sostenuto “dalla Cia” e mirato a destabilizzare le istituzioni del Paese dove da mesi si susseguono le proteste contro il suo regime e la repressione da parte delle forze dell’ordine. Le manifestazioni sono iniziate dopo il fallito tentativo da parte della stessa Corte Suprema, controllata da Maduro, di togliere i poteri all’Assemblea Nazionale, in cui domina invece l’opposizione. E l’attacco in elicottero è avvenuto al termine di un’altra giornata di forte tensione, iniziata con due morti (un agente della Guardia nazionale e un manifestante 17enne) dopo una notte di caos e saccheggi ad Aragua e finita con l’esautoramento definitivo della procuratrice Generale, Luisa Ortega Diaz, critica con il governo, da parte del Tribunale supremo.
L’elicottero appartiene alla polizia scientifica ed è stato rubato dal poliziotto Oscar Perez, che l’ha pilotato il velivolo e ha postato online un video in cui accusa il “governo criminale” di Maduro e chiede al presidente di dimettersi. “Avete due scelte – afferma rivolgendosi ai venezuelani – essere giudicati domani dalle vostre coscienze e dal popolo o liberarvi di questo governo corrotto a partire da oggi”. Perez, che nel video appare nella sua uniforme militare da pilota, ha detto di parlare a nome di una coalizione di ufficiali militari, di polizia e funzionari pubblici ed ha esortato i venezuelani a continuare a combattere per proteggere la costituzione. Sulla fiancata dell’elicottero c’era una bandiera con lo slogan “Libertà 350“, riferimento a un articolo della Costituzione venezuelana che autorizza la rivolta contro autorità antidemocratiche.
In una breve dichiarazione a reti unificate, il ministro per la Comunicazione Ernesto Villegas ha detto che Perez è sotto inchiesta per i suoi rapporti con la Cia e l’ambasciata americana a Caracas. Il ministro ha anche implicato nel caso, senza nominarlo, al generale Miguel Rodriguez Torres, ex ministro degli Interni e della Giustizia di Maduro, che “ha ammesso pubblicamente che è in contatto con la Cia”. I responsabili di “questo attacco terroristico contro le nostre istituzioni” verranno catturati “prima o poi”, ha affermato poi Maduro, chiedendo ai partiti d’opposizione di condannare l’attacco che ha denunciato come un tentativo di golpe sostenuto dalla Cia. “In che altro modo si può considerare il dirottamento di un elicottero dello stato per lanciare granate? La considerate politica? E’ terrorismo”, ha detto ancora, sostenendo che il pilota che ha dirottato l’elicottero è legato appunto a Torres.