L'estensione della cassa integrazione e il superamento della legge Marzano verranno ufficializzati domani in un incontro con i sindacati. Che però chiedono garanzie sugli investimenti dopo oltre tre anni di promesse e rinvii da parte del magnate algerino Issad Rebrab
Tutto in extremis, all’ultimo giorno utile. A ventiquattr’ore dalla scadenza del vincolo della legge Marzano, che impone il rispetto degli obblighi contrattuali agli acquirenti, il governo sbloccherà la situazione delle acciaierie ex Lucchini di Piombino, incagliata da tempo e che rischiava di precipitare dal 1° luglio. I dettagli della soluzione verranno esposti venerdì ai sindacati durante un incontro con Mise e ministero del Lavoro ma, nonostante la parziale e momentanea schiarita fosse già stata anticipata mercoledì, oltre 1.500 lavoratori di Aferpi sono comunque scesi in strada per protestare. Ventiquattr’ore di presidi e manifestazioni che hanno interessato tutta la Val di Cornia. Gli operai assieme ad alcuni sindaci della zona hanno marciato dallo stabilimento all’ingresso della città, bloccando il traffico.
È solo l’ultima di una lunga scia di proteste, che ad aprile aveva portato all’occupazione del Comune. Assieme ai lavoratori dormì il sindaco Massimo Giuliani, oggi nuovamente a loro fianco. Perché il piano di rilancio del magnate algerino Issad Rebrab continua a slittare e ora siamo davvero agli sgoccioli. Tanto che il governo ha dovuto studiare un’ipotesi “in grado di mantenere le condizioni di reddito dei lavoratori finora garantite”. Dopo aver brindato a suo tempo per l’arrivo della Cevital di Rebrab e aver poi rimandato di mese in mese un aut-aut agli acquirenti.
L’escamotage, secondo quanto filtra da ambienti sindacali, riguarderà un’interpretazione autentica del jobs-act che permetterà di applicare la vecchia normativa sulla cassa integrazione per chi aveva firmato le acquisizioni prima del 2015. Come accaduto ad Aferpi a Piombino, appunto, ma anche a Whirlpool ed Electrolux. Servirà una circolare dell’Inps, ma questo scoglio sembra superato. “In pratica – spiega Giuliani su Facebook dopo aver parlato con il ministro Giuliano Poletti – verranno garantiti con un ammortizzatore speciale per altri 18 mesi, che coprirà le indennità dei lavoratori alle stesse condizioni economiche di cui sino ad ora hanno usufruito. Il provvedimento interrompe il regime attuale e nella eventualità potrà essere prorogato a scadenza”. I soldi per gli oltre 2.000 dipendenti, insomma, ce li metterà il governo. Che però, tramite il commissario straordinario Nardi, avrà così ancora modo di verificare l’evoluzione della vicenda.
Trovata la soluzione per il sostegno al reddito, resta – ed è ciò che preoccupa di più i sindacati – il cuore del negoziato con Rebrab, quello legato alla piastra logistica e a un nuovo partner industriale, che potrebbe essere British Steel. Ma le sigle sindacali vogliono garanzie, soprattutto sull’utilizzo di un forno elettrico e non solo di laminati. Sarà questo il dibattito centrale nell’incontro in programma domani tra il commissario, i sindacati e il ministero.