Non solo Mediaset, che ha archiviato il 2016 con il rosso peggiore della sua storia. Anche Fininvest, holding della famiglia Berlusconi a cui il Biscione fa capo, ha chiuso l’esercizio in perdita per 120 milioni. Pesano, spiega il gruppo, i “gravissimi danni che ha causato il mancato rispetto da parte di Vivendi degli accordi vincolanti raggiunti” su Premium. Per questo, si apprende, quest’anno non saranno distribuiti i dividendi.
La perdita dipende da svalutazioni e accantonamenti fatti a fronte del “progressivo peggioramento della performance dell’area pay-tv”, che i francesi avrebbero dovuto comprare salvo poi tirarsi indietro sostenendo che era stata loro presentata come “una Ferrari” ma di fatto è “una Punto”. Escludendo tutti i costi di natura non ricorrente e le perdite del Milan relative al secondo semestre 2016 il risultato è positivo per 46,9 milioni. La cessione del Milan, rileva Fininvest, nel 2017 evidenzierà poi una plusvalenza a livello consolidato di circa 600 milioni. Gli altri indicatori sono positivi per il gruppo della famiglia Berlusconi: i ricavi consolidati per l’esercizio 2016 sono stati pari a 5 miliardi, in crescita del 6,6% rispetto ai 4,7 del 2015.
Nella nota sul bilancio, approvato giovedì dall’assemblea dei soci, si sottolinea che i risultati vanno necessariamente inquadrati nel contesto di un esercizio “del tutto particolare, visti i significativi eventi straordinari che l’hanno caratterizzato accanto alle importanti scelte strategiche messe in atto durante l’anno”. Se da una parte Vivendi ha condizionato l’andamento economico, dall’altra il gruppo “ha realizzato investimenti di ampia rilevanza strategica, come quelli di Mondadori in Rizzoli Libri e Banzai Media e di Mediaset nel settore radiofonico, mentre in parallelo la capogruppo Fininvest ha posto le premesse per il completamento della cessione del Milan, finalizzata durante l’esercizio in corso”.