L'Istituto per la Protezione e Ricerca Ambientale, ente pubblico vigilato dal ministero dell'Ambiente, si è visto ridurre di 13 milioni il contributo ordinario. E 93 precari sono stati licenziati. "Il ministero preferisce la costosa società controllata dal Tesoro"
L’Istituto per la Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra), ente pubblico vigilato dal ministero dell’Ambiente, rischia il “collasso economico“. E per 93 ricercatori precari è arrivato il licenziamento. Per questo da 40 giorni i ricercatori e tecnici stanno occupando i laboratori e venerdì sono tornati a manifestare sui tetti della sede di Castel Romano. Lamentano il calo di 13 milioni del contributo ordinario girato all’ente dallo Stato, cosa che ha creato un disavanzo di bilancio di 6,3 milioni, e la contrazione del personale dalle 1.650 unità del 2008 alle attuali 1.200.
Il ministero guidato da Gian Luca Galletti, sottolinea il portavoce del sindacato Usb Ispra Nicola Lugeri potrebbe “intervenire con integrazioni al contributo annuale elargito dal Mef, ma “questo non ha mai voluto effettuare ulteriori passaggi stabili di finanziamento, se non per piccole attività aggiuntive, preferendo invece la ben più costosa società privata Sogesid“. Cioè la società in house dello stesso ministero dell’Ambiente, in realtà non privata ma controllata dal Tesoro, che dal 2015 ha assunto oltre 400 persone a tempo indeterminato ed è oggetto di un esposto all’Anac e alla Procura di Roma secondo cui ha “mascherato perdite” grazie alle tariffe incassate dal dicastero di Galletti per i servigi dei suoi dipendenti. Tariffe comprensive dei contributi, anche se sulle assunzioni a tempo indeterminato fatte nel 2015 i contributi non si pagavano.
Sul tetto insieme ai precari, segnala il sindacato, “ci sono anche i lavoratori di ruolo e insieme denunciano che i laboratori rimarranno senza personale altamente specializzato in analisi su matrici ambientali se il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, non interverrà con provvedimenti economici urgenti, per consentire il pareggio di bilancio già dall’anno in corso e per gli anni a venire”. Oltre ai laboratori di Roma, Milazzo, Ozzano, Chioggia e Livorno, Ispra gestisce il laboratorio Polveri Sottili di Roma, risultato primo in Europa sulle misure di Particolato nell’aria PM 10 e PM 2,5, e il Centro di produzione di Materiale di Riferimento. Una buona base di partenza, secondo l’Unione sindacale di base della ricerca, per la costituzione della rete nazionale dei laboratori di eccellenza del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale, costituito da Ispra e dalle Arpa/Appa.
Venerdì pomeriggio alle 15,30 al ministero del Lavoro ci sarà un tentativo di conciliazione tra Ispra, ministero dell’Ambiente e Usb PI Ricerca che ha aperto la procedura per lo sciopero. “Al tentativo di conciliazione andiamo per obbligo di legge e non ci aspettiamo che Ispra receda dall’atteggiamento di chiusura sinora applicato”, dice Lugeri. “Vedremo se invece saprà, insieme al Ministero dell’Ambiente, trovare gli strumenti e le iniziative che l’assemblea degli occupanti ritenga indicative di un cambiamento”.