Per gli aspiranti docenti di tutto il Paese è un momento atteso, per le segreterie e il ministero dell’Istruzione quasi un incubo: l’aggiornamento triennale delle graduatorie d’istituto, le liste che assegnano le supplenze e che coinvolgono circa mezzo milione di insegnanti. Modificate nel 2014, quest’estate verranno riaperte forse per l’ultima volta, in attesa del nuovo sistema di tirocinio varato dalla riforma. Un passaggio burocratico carico di documenti e scadenze serrate, che però anche stavolta sembra essere partito col piede sbagliato: la prima scadenza del 30 giugno, termine entro cui le scuole avrebbero dovuto comunicare i dati ricevuti, è già saltata, rinviata di un paio di settimane per la troppa mole di lavoro e alcuni problemi nel sistema informatico. Un contrattempo piccolo solo in apparenza: da anni la scuola comincia nel caos per i ritardi nell’assegnazione dei docenti. Quest’anno il Miur aveva deciso di partire in anticipo, promettendo che tutto sarebbe stato pronto per tempo. Ma è già in affanno sulla tabella di marcia.
I DISAGI DEGLI ULTIMI ANNI – A settembre 2016 il suono della prima campanella fu accompagnato da una serie incredibile di disagi e proteste, dovute principalmente ai trasferimenti della mobilità straordinaria della scorsa estate che ha visto quasi 200mila docenti spostarsi in tutta la Penisola. Del 2015, l’anno del varo della Buona scuola, meglio non parlare: professori e maestri che andavano e venivano fino a novembre a cause delle tre diverse fasi di assunzioni, caos prolungato per quasi mezzo anno scolastico. Anche nel 2014, però, c’erano stati diversi problemi, seppur di minore entità, con supplenti chiamati e sostituiti a tempo di record . E quello, non a caso, era stato proprio l’ultimo anno di aggiornamento delle graduatorie d’istituto: errori e ritardi nella pubblicazione delle liste avevano fatto sì che gli alunni cambiassero più volte insegnanti in poche settimane. Tre anni dopo, è di nuovo tempo di aggiornare quegli elenchi. E fare i conti con i soliti intoppi.
NEL 2014 500MILA DOMANDE – Il bacino di maestri e professori coinvolti è enorme: ci sono le decine di migliaia di docenti già iscritti in seconda fascia (abilitati) e in terza fascia (non abilitati), che possono aggiornare il loro punteggio. A questi, poi, si aggiungono tutti i neolaureati, i veri protagonisti della procedura, visto che loro aspettavano con ansia da 3 anni la riapertura delle graduatorie per potersi candidare ad una cattedra, seppur a tempo determinato. Nel 2014 le domande furono circa 500mila. Quest’anno andavano consegnate entro il 24 giugno e sulle segreterie si è riversato un carico di lavoro pesante, proprio nel periodo della maturità. Mettiamoci pure i problemi col sistema informatico (blocchi generici, mancata corrispondenza con alcune delle nuove classi di concorso recentemente istituite, disfunzioni varie): rispettare la scadenza del 30 è diventato impossibile. L’associazione dei presidi aveva chiesto un mese di proroga, il ministero ha concesso due settimane: ci sarà tempo fino al 13 luglio per trasmettere i dati di tutte le domande.
MINISTERO IN AFFANNO – Così, però, slittano a catena anche le altre tappe del procedimento: i docenti dovranno indicare le scuole di loro gradimento entro il 25 luglio. La pubblicazione delle graduatorie provvisorie era prevista per il 26 luglio, quella delle graduatorie definitive il 6 agosto. Una data che avrebbe concesso un margine rassicurante di un mese alle scuole, per effettuare tutte le operazioni di chiamata dei supplenti. Ma che a questo punto non sarà semplice da rispettare. “Il Miur ha commesso un evidente errore di valutazione sull’impatto di un momento notoriamente impegnativo”, spiega Rita Frigerio della Cisl Scuola. “Le liste finali e stabilizzate dai vari ricorsi in passato non sono mai state pronte prima dell’autunno inoltrato, non credo proprio che quest’anno sarà diverso”. Con tutte le conseguenze del caso sulla chiamata dei supplenti e l’inizio delle lezioni. È un film che nelle scuole hanno già visto di recente.