Ha ricevuto allo stadio il presidente del Senato, Pietro Grasso, e stretto la mano al sindaco Leoluca Orlando. Ha ottenuto le prime pagine di quotidiani sportivi come la Gazzetta dello Sport e si è seduto sulla poltrona di fronte a Fabio Fazio per essere intervistato a Che tempo che fa, su Rai Tre. Sono stati tre mesi e mezzo densi di appuntamenti mediatici quelli di Paul Baccaglini, l’ex Iena diventato ad un certo punto famoso perché era pronto ad acquistare il Palermo Calcio da Maurizio Zamparini. “Voglio rassicurare tutti: alla fine i risultati concreti arriveranno presto. Capisco che ci siano degli interrogativi ma verranno tutti sciolti”, diceva il neo numero uno della squadra rosanero al fattoquotidiano.it nel marzo scorso, quando era già stato nominato presidente.
E invece tre mesi e mezzo dopo è saltato il closing della cessione, e le quote azionarie del Palermo calcio sono rimaste in mano a Zamparini. Il motivo? “La proposta del legale di Paul Baccaglini e soci (Integritas Capital) in mio possesso, che sono pronto a mostrare, contiene un’offerta ridicola in quanto (malgrado la valutazione economica iniziale si avvicini a quella reale), viene proposto il pagamento di una somma inferiore in 4 anni, senza previsione di investimenti futuri nel Palermo, né garanzie di solvibilità”, dice Zamparini, annunciando il fallimento della cessione della squadra. Già tre mesi e mezzo fa ilfattoquotidiano.it aveva pubblicato una lunga inchiesta per documentare i vari interrogativi che aleggiavano sulla cessione del Palermo: dalle due società rappresentate da Baccaglini, che avevano meno di tremila sterline di capitale, fino ai misteri sulle cifre che sarebbero dovute passare di mano. Adesso anche il patron della società di viale del Fante conferma i dubbi avanzati dal nostro giornale.
“Negli accordi di febbraio si parlava di 150 milioni di euro, dei quali 40 nel club e 110 per gli impianti sportivi. Malgrado quello che dice la stampa odierna, ieri l’accordo non è stato concluso non per la valutazione del valore del club, ma perché mancano tutti gli altri presupposti di garanzia per i tifosi e la città”, spiega Zamparini in una lettera aperta alla città e la tifoseria. E siccome sulla questione è intervenuto anche Leoluca Orlando, Zamparini ci ha tenuto a sottolineare il suo apprezzamento “per l’intervento del sindaco, e mi metto a sua disposizione invitandolo a fare da garante di una operazione trasparente a tutela della città, rimettendo alla sua attenzione tutti i documenti necessari in mie mani. Avrò bisogno della sua vicinanza, controllo e consiglio, anche per eventuali futuri interlocutori. Malgrado tutto quanto, malgrado un gruppo di persone chieda la mia uscita, sono costretto, per amore e competenza, a proseguire il lavoro necessario alle strutture del club per ritornare in serie A”. Tradotto: abbiamo scherzato, il Palermo resta a Zamparini. Resta da capire a che pro Baccaglini abbia messo su quest’operazione e chi fossero davvero i suoi finanziatori. “Dietro di me – aveva detto l’ex Iena al Fatto.it c’è soltanto un nuovo modo di fare finanza. Bisogna considerare che ci possono essere una serie di clienti che non hanno interesse a essere coinvolti pubblicamente in operazioni simili. Ci sono persone che hanno costruito imperi finanziari importanti ma vogliono continuare a condurre esistenze anonime”.