E quindi ecco Matt Laug alla batteria, Claudio Golinelli al basso, Andrea Innesto ai fiati, Alberto Rocchetti alle tastiere, Frank Nemola alle macchine e alla tromba, Clara Moroni ai cori, Vince Pastano e Stef Burns alle chitarre. Davvero una super band per un concerto che, come Vasco ha detto durante il concerto, è la dimostrazione che l’amore vince sulla paura, perché, ha sottolineato il cantante sul palco, è la paura il vero nemico, non l’odio, e la musica è un ottimo modo per far vincere l’amore. Duecentoventimila, forse duecentotrentamila persone che si ritrovano in un luogo per celebrare una messa rock sono la dimostrazione che stare insieme è la vera risposta a questi tempi bui, e ben venga per una volta che a fermare il traffico, il normale decorso della vita sia appunto la musica e non qualcosa di brutto.
Il boato che ha accolto il tramonto del sole, quelle sul maxischermo accompagnato dallo Zarathustra, giunto proprio mentre il sole vero tramontava, subito prima dell’attacco di Colpa d’Alfredo, quel boato da solo sarebbe valso la fatica di stare per una intera giornata accampati, di tornare a casa chissà quando. Una vera botta di vita vera. Un’energia che, si suppone, faremo fatica tutti a smaltire, figuriamoci chi stava sul palco.