Per la prima volta un esponente di primo piano del Pd mette la parola fine al governo dell'ex sindaco di Gela. E lo fa avanti all'appena rieletto sindaco di Palermo praticamente incoronato come nuovo stratega di un possibile centrosinistra made in Sicily
Era nell’aria praticamente da mesi se non addirittura da anni. Adesso, però, arriva direttamente il capogruppo alla Camera a specificare che il Pd non ha nessuna intenzione di ricandidare Rosario Crocetta a governatore della Regione Siciliana. “L’esperienza di Rosario Crocetta può dirsi chiusa? Direi di sì“, ha sentenziato Ettore Rosato, alla fine di una iniziativa a Baida, in provincia di Palermo, organizzata proprio per discutere delle elezioni regionali siciliana del prossimo 5 novembre.
È la prima volta che un esponente di primo piano del Pd mette la parola fine al governo dell’ex sindaco di Gela. E lo fa avanti a esponenti siciliani dem come l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici e il segretario regionale Fausto Raciti, dirigenti di Sicilia Futura, Psi e Sinistra Italiana, ma anche all’appena rieletto sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, praticamente incoronato come nuovo stratega di un possibile centrosinistra made in Sicily. Rosato, però, va oltre. E critica apertamente i cinque anni di amministrazione Crocetta, il primo presidente di centrosinistra eletto direttamente in Sicilia. “La sua esperienza si è chiusa con luci e ombre, con cose che hanno funzionato e altre che hanno funzionato un po’ meno”, ha attaccato il capogruppo del Pd, riferendosi soprattutto alla sospensione al giudizio di parifica del bilancio regionale deciso dalla Corte dei Conti solo due giorni fa. Parole che sono assolutamente agli antipodi con le speranze di Crocetta.
Dopo il rifiuto di Pietro Grasso, che aveva declinato l’invito a candidarsi governatore nella sua isola, il presidente in carica aveva rilanciato l’ipotesi di una sua ricandidatura. “Occorre adesso riprendere il confronto unitario, partendo dalla valutazione del grande lavoro che è stato svolto alla Regione in questi anni e che ha salvato la Sicilia”, aveva detto nel giorno del gran rifiuto del presidente del Senato. E invece per Rosato quello compiuto da Crocetta non è stato propriamente un “grande lavoro“. Tutt’altro. E infatti se il capogruppo dem deve citare un’esperienza dalla quale ripartire non guarda certo al governatore, ma al contrario a un soggetto che è addirittura esterno al Pd .“Ci vuole discontinuità e l’eleganza di una coalizione ampia che prenda atto dell’esperienza che c’è stata e che parta proprio da Palermo e dalla capacità di Leoluca Orlando di aggregare forze politiche anche eterogenea, per fare la stessa cosa alla Regione. Ci sono le condizioni perché il centrosinistra possa vincere e possa fare un progetto vincente per la Sicilia”, è il colpo affondato da Rosato. Che in pratica elegge il sindaco di Palermo a leader del centrosinistra in Sicilia.
Un’investitura curiosa visto che Orlando non è un esponente del Pd, ha accolto il sostegno dei dem alle comunali di Palermo ma solo a patto che rinunciassero al proprio simbolo, e appena ieri era sul palco di piazza Santi Apostoli a Roma, alla manifestazione organizzata da Giuliano Pisapia, con Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani: insomma non certo gli alleati più stretti di Matteo Renzi. A ipnotizzare i dem, però, è proprio la capacità che ha Orlando di aggregare soggetti completamente diversi tra loro: d’altra parte è stato appena rieletto sindaco con una coalizione che va da Angelino Alfano a Sinistra Italiana. Svanita l’ipotesi Grasso, insomma, il Pd si è praticamente affidato alle strategie del sindaco di Palermo per provare a non perdere la Sicilia, che i bookmakers dipingono già da mesi come la prima Regione a 5 Stelle d’Italia.
Ed è per questo che Orlando ragiona già da kingmaker di Palazzo d’Orleans. “Bisogna ripartire da un’assoluta discontinuità con il governo regionale e con Crocetta: basta con le anomalie e l’ingerenza di Confindustria“, ha detto il professore intervenendo poco prima di Rosato. “Vogliamo che Palermo, dove abbiamo praticato il civismo politico alternativo a movimenti incapaci di governare ed apparati di partito autoreferenziali e litigiosi resti un fortino assediato o che sia una forma di contaminazione positiva per la Sicilia e l’Italia? Abbiamo costruito un campo largo su un programma chiaro di cose fatte e da continuare a fare. Se abbiamo un percorso programmatico possiamo chiedere a Grasso, che dirà di no, di candidarsi, o a un simil Grasso di candidarsi. Ma senza percorso e programma chiaro non c’è candidato che tenga”, ha aggiunto Orlando, dettando l’agenda all’intero centrosinistra siciliano e non solo.”Dopo il 10 luglio – ha annunciato – convocherò un incontro con la realtà e gli esponenti delle liste che hanno sostenuto la mia candidatura a sindaco invitandoli ad avviare un percorso di proposta programmatica per le regionali”. E la data scelta non è casuale: appena il giorno prima Beppe Grillo annuncerà ufficialmente il nome del candidato governatore del Movimento 5 Stelle.