Il corpo semi-carbonizzato della 29enne fu trovato all'interno del centro estetico da lei gestito nel dicembre 2013. La madre: "La sentenza sia di esempio a tutti gli uomini che fanno male ogni giorno alle donne"
Fu trovata semi-carbonizzata, dopo essere stata colpita con un paio di forbici in più parti del corpo e infine strangolata. Per l’omicidio dell’estetista 29enne Bruna Bovino, uccisa nel dicembre 2013 nel suo centro estetico di Mola di Bari, è stato condannato l’ex amante Antonio Colamonico: per i giudici della Corte d’Assise dovrà scontare una pena di 25 anni. Colamonico dovrà risarcire i familiari della vittima e perderà la potestà genitoriale.
“Questa sentenza non ci porterà Bruna indietro ma è stata fatta giustizia – commenta Lilian Baldo, la madre della vittima – La condanna inflitta al suo assassino sia di esempio a tutti gli uomini che fanno male ogni giorno ad una donna”. La mamma e altri parenti indossavano magliette con la foto della vittima stampata e sotto la scritta “contro il femminicidio“. Il difensore di Colamonico ha parlato di processo indiziario e ha annunciato la probabile proposizione dell’appello dopo la lettura delle motivazioni della sentenza.
Il corpo semi-carbonizzato della 29enne era stato ritrovato all’interno del centro estetico Arwen. La donna è stata colpita al capo e al volto e, successivamente, con un paio di forbici, alla nuca, al collo e al torace e, infine, strangolata. Colamonico, sposato, aveva una relazione con la vittima: l’omicidio, secondo la Procura di Bari, sarebbe maturato durante un litigio, scaturito dalla decisione dell’uomo di voler troncare la relazione con la vittima e tornare con sua moglie.