Il caso raccontato da uno dei giovani a un giornale locale online: "Siamo stati accerchiati poi ci hanno fatto uscire. Eppure avevo pagato regolarmente". L'imprenditore: "Niente omofobia. Volevamo evitare che si creassero provocazioni di clienti meno aperti, non possiamo calibrare il pensiero degli altri"
“Sono uscito con un ragazzo e due ragazze, siamo andati a ballare. Io con questo ragazzo mi sto conoscendo. In pista, in discoteca, ci siamo baciati, e lì è successo quello di cui voglio parlare”. La lettera di Davide è stata pubblicata dal sito calabrese catanzaroinforma.it. È la storia di un ragazzo di 21 anni che è stato allontanato dai buttafuori di un locale di Catanzaro, il Rebus, perché si baciava con un suo coetaneo. “Mentre ballavo in pista – scrive Davide – c’è stato il bacio e l’abbraccio. Allora si è avvicinato un buttafuori dicendomi che queste cose non si possono fare, perché la gente stava ridendo e bisognava evitare ci fossero liti. In effetti io mi sono accorto che la gente ci accerchiava. Ho sentito intorno a me di essere accerchiato da omofobi. Inizialmente sono rimasto lì e ho continuato come se nulla fosse. Allora entrambi siamo stati allontanati, il motivo? Anche per salvaguardami da eventuali liti, mi è stato detto. Ma com’è possibile tutto ciò? A parte il fatto che ho regolarmente pagato il biglietto al locale”.
“Cosa stavo facendo di male?” si domanda il ragazzo che, in quel momento, è stato difeso da alcune amiche che si trovavano nel locale con lui: “Hanno detto al buttafuori: ‘Qual è il problema, loro non si possono baciare e le coppie eterosessuali sì?’. Non stavo facendo niente di fastidioso. Perché devo evitare di dare un bacio?”. Il giorno prima a Cosenza c’era stato il Gaypride: “Forse più che queste feste – aggiunge Davide – sarebbe utile testimoniare in altri modi, ad esempio raccontare anche attraverso l’Arcigay o altre associazioni l’omofobia ancora dilagante che molti di noi omosessuali sono costretti a subire”.
Alle parole di Davide ha replicato il titolare della discoteca, Fabrizio Carpanzano secondo cui il ragazzo “stava ballando con il proprio partner e con lo stesso era in atteggiamenti teneri, cosa legittima e appartenente alla propria sfera privata”. Per il proprietario del locale, però, non c’è stato nessun caso di omofobia: “Non accettiamo che una forma di tutela sia capovolta nel suo significato e usata per crociate personali. Ho chiamato Davide, su sua richiesta, per chiarire le dinamiche lavorative che si presentano in certe occasioni, tranquillizzandolo sul fatto che il motivo del nostro invito non era il fatto che fossero due uomini a baciarsi ma l’intento di inibire situazioni disagevoli che potessero crearsi per la provocazione di qualche cliente di sicuro meno aperto e maturo, tra l’altro ammonito contestualmente per quanto emerso. Per nostra competenza possiamo monitorare le singole situazioni, non abbiamo la pretesa di calibrare o migliorare il pensiero degli altri su certi temi. Ci saremmo aspettati un minimo di considerazione da parte dei ragazzi interessati e un distinguo obiettivo e nitido che facesse luce su chi possa aver ritenuta la loro presenza motivo di provocazione, di sicuro non noi e questo andava detto e rimarcato”.
Sul caso sono intervenuti l’associazione Radicale Certi Diritti e i comitati Arcigay Fenice e Diversi Uguali secondo cui “risulta incomprensibile questo atteggiamento. A noi risulta da alcuni testimoni, che frequentano il locale e non conoscono la coppia che è stata invitata ad allontanarsi, che non è stato oltrepassato nessun ‘limite del buongusto, della decenza’. È significativo che quanto accaduto sia avvenuto a poche ore dal Pride che si è celebrato nel pomeriggio di sabato a Cosenza”.