Eppure a preoccupare gli altri titoli è l’ultimo arrivato PlayerUnknown’s Battlegrounds, ormai conosciuto come PUBG, un videogioco Battle Royale in cui 80 utenti, collegati contemporaneamente online, sono paracadutati in un paesaggio fatto di coste, colline e case disabitate, alla ricerca di armi e protezioni. La parola chiave è sopravvivere. Non solo ai colpi degli altri giocatori ma anche ai cambiamenti che la mappa subisce: la porzione “abitabile” diminuisce sempre più col passare del tempo, costringendo i giocatori ad avvicinarsi l’uno verso l’altro finché non ne rimarrà vivo solamente uno.

Un titolo che ha coinvolto tantissimi videogiocatori amatoriali: passando tra le postazioni era sicuramente il più giocato e seguito. Nei primi tre mesi dall’uscita ha ottenuto 100 milioni di copie vendute ed è balzato immediatamente tra i videogiochi con più visualizzazioni su Twitch. D’altronde, nonostante le prime fasi di gioco possano essere statiche, la rapida evoluzione degli eventi e l’accelerazione dei tempi dettate dal restringimento della mappa crea nello spettatore una sana adrenalina che regala una vera atmosfera thriller.

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