Stop allo stato di emergenza da novembre, ma via a nuove norme anti-terrorismo. Sì a “forme concrete” di solidarietà, ma no ai migranti economici. “Dose proporzionale in Parlamento” e taglio di un terzo dei suoi membri. Dinanzi al al Parlamento riunito in Congresso a Versailles, Emmanuel Macron ha illustrato le linee programmatiche del suo mandato all’Eliseo: “Da un lato ripristinerò la libertà dei francesi revocando in autunno lo stato d’emergenza (le misure speciali decretate nella notte degli attentati parigini del 13 novembre 2015, ndr), perché queste libertà sono la condizione per l’esistenza di una democrazia forte – ha affermato il presidente della Repubblica – il codice penale così com’è, i poteri dei magistrati, se il sistema è ben ordinato possono permetterci di annientare il nostro avversario”. Ovvero il terrorismo di matrice jihadista che negli ultimi due anni ha seminato morte e terrore nel Paese.
Dall’altro lato, tuttavia, è necessario dotare il sistema di nuove norme anti-terrorismo: “Mi auguro che il Parlamento possa votare queste disposizioni che ci rafforzeranno ancora nella nostra battaglia”, l’auspicio espresso dal capo dell’Eliseo nel discorso, che nelle sue intenzioni verrà ripetuto ogni anno e sarà simile al “discorso sullo Stato dell’Unione” di stampo americano. Le disposizioni di cui parla Macron sono quelle varate dal consiglio dei ministri il 22 giugno, tra le quali l’aumento dei poteri del ministero dell’Interno e dei prefetti, che potranno pronunciarsi sull’obbligo di residenza di un individuo a rischio, perquisizioni, chiusura temporanea (massimo 6 mesi) di luoghi di culto, zone off limits per motivi di sicurezza: il tutto, in molti casi, a discrezione dell’esecutivo e con un ruolo ridotto se non azzerato dei giudici. Prevista anche la trasposizione in diritto nazionale della direttiva Ue sul Pnr (Passenger name record) e una stretta sui controlli alle frontiere, oltre che un ampliamento delle intercettazioni. Disposizioni che, per Macron, “dovranno riguardare esplicitamente i terroristi escludendo gli altri cittadini, nel pieno rispetto delle esigenze costituzionali e dell’esigenza di libertà”.
Con l’Unione europea chiamata ad affrontare la crisi dei flussi migratori, il capo dell’Eliseo trova il modo di lanciare un richiamo alla “solidarietà” che “deve trovare forme concrete“. Che tuttavia non riguarderanno i migranti economici, quelli che fuggono dalla fame e non da una guerra: per affrontare le crisi migratorie, ha spiegato il presidente della Repubblica, “bisogna condurre in maniera coordinata in Europa un’azione efficace e umana che ci permetta di accogliere i rifugiati politici che corrono un rischio reale perché fa parte dei nostri valori, senza confonderli con i migranti economici e senza abbandonare l’indispensabile mantenimento delle nostre frontiere”. Nel contempo “non possiamo continuare a dire che siamo legati al principio dell’asilo, se non lo riformiamo profondamente“, perché ora non “permette un trattamento umano e giusto delle domande di protezione” presentate dalle persone “minacciate da guerra e persecuzioni”.
Macron trova anche il modo di sottolineare la volontà di fare della Francia un punto di riferimento a livello planetario in materia di politiche ambientali: “Le minacce non sono mai state così grandi e l’ordine multilaterale non è mai stato così diviso. Negli anni futuri, il ruolo della Francia sarà di difendere le libertà di fronte agli eccessi, il pianeta di fronte al riscaldamento globale“. L’obiettivo: “Fine dello sfruttamento delle energie fossili, riduzioni dei gas con effetto serra”.
Sul fronte interno, “proporrò che il Parlamento sia eletto con una dose proporzionale, perché tutte le sensibilità siano giustamente rappresentate”, ha spiegato il leader di En Marche!, annunciando la volontà di ricorrere a un referendum se le riforme da lui promosse sulle istituzioni del Paese non saranno votate nel giro di un anno e sottolineando che il dovere di efficacia spetta “al Parlamento come al governo“.
C’è spazio anche per ribadire una delle principali promesse della campagna elettorale, la riduzione di un terzo del numero dei parlamentari: “Un Parlamento meno numeroso ma rafforzato nei suoi mezzi è un parlamento dove il lavoro diventa più fluido e con collaboratori meglio formati più numerosi. Proporrò la riduzione di un terzo del numero delle tre assemblee costituzionali. Sono convinto che questa misura avrà effetto sulla qualità generale del lavoro parlamentare”.
Mondo
Francia, Macron al Parlamento: “Fine dello stato di emergenza dall’autunno”
Dinanzi al Parlamento riunito in Congresso a Versailles, il presidente della Repubblica ha illustrato le linee programmatiche del suo mandato all'Eliseo, mettendo l'accento sulla necessità di dotare il sistema delle nuove norme anti-terrorismo varate dal consiglio dei ministri il 22 giugno. Ribadito il no all'accoglienza dei migranti economici
Stop allo stato di emergenza da novembre, ma via a nuove norme anti-terrorismo. Sì a “forme concrete” di solidarietà, ma no ai migranti economici. “Dose proporzionale in Parlamento” e taglio di un terzo dei suoi membri. Dinanzi al al Parlamento riunito in Congresso a Versailles, Emmanuel Macron ha illustrato le linee programmatiche del suo mandato all’Eliseo: “Da un lato ripristinerò la libertà dei francesi revocando in autunno lo stato d’emergenza (le misure speciali decretate nella notte degli attentati parigini del 13 novembre 2015, ndr), perché queste libertà sono la condizione per l’esistenza di una democrazia forte – ha affermato il presidente della Repubblica – il codice penale così com’è, i poteri dei magistrati, se il sistema è ben ordinato possono permetterci di annientare il nostro avversario”. Ovvero il terrorismo di matrice jihadista che negli ultimi due anni ha seminato morte e terrore nel Paese.
Dall’altro lato, tuttavia, è necessario dotare il sistema di nuove norme anti-terrorismo: “Mi auguro che il Parlamento possa votare queste disposizioni che ci rafforzeranno ancora nella nostra battaglia”, l’auspicio espresso dal capo dell’Eliseo nel discorso, che nelle sue intenzioni verrà ripetuto ogni anno e sarà simile al “discorso sullo Stato dell’Unione” di stampo americano. Le disposizioni di cui parla Macron sono quelle varate dal consiglio dei ministri il 22 giugno, tra le quali l’aumento dei poteri del ministero dell’Interno e dei prefetti, che potranno pronunciarsi sull’obbligo di residenza di un individuo a rischio, perquisizioni, chiusura temporanea (massimo 6 mesi) di luoghi di culto, zone off limits per motivi di sicurezza: il tutto, in molti casi, a discrezione dell’esecutivo e con un ruolo ridotto se non azzerato dei giudici. Prevista anche la trasposizione in diritto nazionale della direttiva Ue sul Pnr (Passenger name record) e una stretta sui controlli alle frontiere, oltre che un ampliamento delle intercettazioni. Disposizioni che, per Macron, “dovranno riguardare esplicitamente i terroristi escludendo gli altri cittadini, nel pieno rispetto delle esigenze costituzionali e dell’esigenza di libertà”.
Con l’Unione europea chiamata ad affrontare la crisi dei flussi migratori, il capo dell’Eliseo trova il modo di lanciare un richiamo alla “solidarietà” che “deve trovare forme concrete“. Che tuttavia non riguarderanno i migranti economici, quelli che fuggono dalla fame e non da una guerra: per affrontare le crisi migratorie, ha spiegato il presidente della Repubblica, “bisogna condurre in maniera coordinata in Europa un’azione efficace e umana che ci permetta di accogliere i rifugiati politici che corrono un rischio reale perché fa parte dei nostri valori, senza confonderli con i migranti economici e senza abbandonare l’indispensabile mantenimento delle nostre frontiere”. Nel contempo “non possiamo continuare a dire che siamo legati al principio dell’asilo, se non lo riformiamo profondamente“, perché ora non “permette un trattamento umano e giusto delle domande di protezione” presentate dalle persone “minacciate da guerra e persecuzioni”.
Macron trova anche il modo di sottolineare la volontà di fare della Francia un punto di riferimento a livello planetario in materia di politiche ambientali: “Le minacce non sono mai state così grandi e l’ordine multilaterale non è mai stato così diviso. Negli anni futuri, il ruolo della Francia sarà di difendere le libertà di fronte agli eccessi, il pianeta di fronte al riscaldamento globale“. L’obiettivo: “Fine dello sfruttamento delle energie fossili, riduzioni dei gas con effetto serra”.
Sul fronte interno, “proporrò che il Parlamento sia eletto con una dose proporzionale, perché tutte le sensibilità siano giustamente rappresentate”, ha spiegato il leader di En Marche!, annunciando la volontà di ricorrere a un referendum se le riforme da lui promosse sulle istituzioni del Paese non saranno votate nel giro di un anno e sottolineando che il dovere di efficacia spetta “al Parlamento come al governo“.
C’è spazio anche per ribadire una delle principali promesse della campagna elettorale, la riduzione di un terzo del numero dei parlamentari: “Un Parlamento meno numeroso ma rafforzato nei suoi mezzi è un parlamento dove il lavoro diventa più fluido e con collaboratori meglio formati più numerosi. Proporrò la riduzione di un terzo del numero delle tre assemblee costituzionali. Sono convinto che questa misura avrà effetto sulla qualità generale del lavoro parlamentare”.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".