I conti in tasca al rocker di Zocca li hanno fatti IlSole24ore e Il Giornale. E le cifre assumono i contorni di un altro record che probabilmente non ha eguali non solo sul suolo italiano. E la città emiliana ha retto in organizzazione e pazienza come nemmeno il servizio d’ordine di un G8. Quello che si è visto ai cancelli e per le strade modenesi tra sabato 1 e domenica 2 luglio ha sfiorato la perfezione
Dodici milioni di euro d’incassi dai biglietti, 36 milioni tra diritti tv, merchandising e pubblicità. I conti in tasca a Vasco Rossi, per il megaconcerto di Modena del 1 luglio 2017, li hanno fatti IlSole24ore e Il Giornale. E le cifre assumono i contorni di un altro record che probabilmente non ha eguali non solo sul suolo italiano. Oltretutto, come se non bastassero i 220mila spettatori del Modena Park, al totale vanno aggiunti anche i 48mila biglietti venduti nelle 197 sale cinematografiche che hanno fruttato 700mila euro. Incasso, tra l’altro, dignitosissimo sognato da un qualunque film in questo periodo dell’anno.
Inutile ribadirlo: il concerto dei record di Vasco aggiunge ogni ora nelle colonne della cronaca solo good news. Chiaro che delle cifre astronomiche finite in cassa ne beneficeranno la Best Union di Luca Montebugnoli, le controllate Viva Ticket e Big Bang, come del resto Vasco Rossi ed eredi. Mentre sul numero dei partecipanti cominciano ad essere stilate diverse classifiche.
Secondo IlSole24Ore “lo storico sold out di Modena equivale, per presenze e introiti, ai quattro show che il rocker di Zocca tenne l’anno scorso allo Stadio Olimpico di Roma, quando la bigliettazione era ancora affidata a TicketOne”. Poi in un ulteriore classifica mondiale di affluenza ai concerti, Vasco al Modena park supera, sempre secondo il quotidiano di Confindustria, gli “A-Ha al Maracanà di Rio de Janeiro nel 1991 (198mila fan), Tina Turner nel 1988 (188mila persone) e Paul McCartney nel 1990 (185mila teste)”.
Per rimanere sempre dalle parti di Modena, invece, possiamo fare un confronto, almeno a livello d’incassi con uno degli eventi mondiali più pop del pianeta che richiamò per diversi anni i più grandi nomi della musica leggera alla corte di Luciano Pavarotti. Dieci le edizioni del Pavarotti&Friends che portarono sempre nella zona Ovest di Modena, al Parco Novi Sad, un tiro di schioppo dal Parco Ferrari della marea umana del Blasco, figure come Bono degli U2, Elton John, Sting. Del concertone benefico tutto duetti del 1999 abbiamo la stima ufficiale di oltre due miliardi d’incassi. Insomma bruscolini a confronto dell’altra notte modenese.
Già, Modena. Una città che di suo fa 184mila abitanti e per una sera si è come raddoppiata e per poche ore ha avuto una densità di abitanti per chilometro quadrato modello Mumbai. Ebbene in mezzo ad un caos biblico, ad un’orda epocale di uomini e donne prima entusiasti e gasati, poi già con l’alba chiara del 2 luglio, stanchi e contenti, Modena ha retto in organizzazione e pazienza come nemmeno il servizio d’ordine di un G8. Quello che si è visto ai cancelli e per le strade modenesi tra sabato 1 e domenica 2 luglio ha sfiorato la perfezione: volontari di ogni credo e colore hanno districato col sorriso sulle labbra la pratica degli arrivi; negozi con i saldi appena iniziati ma con le vetrine giù e senza troppe polemiche; paramedici attenti ad ogni sospiro che per la cifra dei 220mila paganti hanno curato oltre 600 persone; perfino il pusher mantovano con dieci chili di droga diretto al Modena Park è stato fermato dai carabinieri prima che si avvicinasse all’area dell’evento. Insomma, passato il Blasco, d’ora in avanti, dietro ai classici stadi di Milano e Roma, potrebbe sbucare qualche mega live anche al Modena Park.