L'authority ha avviato un procedimento nei confronti dell'ex monopolista, che nelle scorse settimane si è scontrato con il governo sui bandi per la copertura delle aree "a fallimento di mercato". Pitruzzella intende verificare se ha "posto in essere condotte volte a perseguire due obiettivi lesivi della concorrenza”
L’Antitrust entra a gamba tesa nella partita per lo sviluppo della fibra. A una manciata di giorni dallo scontro fra Tim e il governo, l’autorità ha avviato un procedimento contro l’ex monopolista che ha modificato i suoi piani di investimento nella banda ultralarga mettendo in difficoltà la rivale Enel Open Fiber. Nel dettaglio, “secondo le informazioni acquisite dall’Autorità, Telecom Italia avrebbe posto in essere una pluralità di condotte volte a perseguire due obiettivi lesivi della concorrenza”, si legge in una nota dell’authority.
Il primo è “ostacolare lo svolgimento delle procedure di gara indette da Infratel Italia per la copertura con reti Ftth (fiber to the home, fibra fino a casa, ndr) delle aree bianche, in modo da preservare la posizione monopolistica storicamente detenuta in tali territori ed evitare l’ingresso di nuovi operatori concorrenti”. Il secondo è invece “accaparrarsi preventivamente la clientela sul nuovo segmento dei servizi di telecomunicazioni al dettaglio a banda ultralarga, anche con politiche commerciali anticoncorrenziali”.
L’autorità guidata da Giovanni Pitruzzella dovrà ora verificare se l’atteggiamento di Telecom Italia sia stato volto “a rallentare lo svolgimento delle gare indette da Infratel Italia spa” attraverso una “un complesso di condotte che potrebbero unitariamente configurare un’ipotesi di abuso del diritto, ossia di esercizio distorto e anticoncorrenziale di una serie di diritti astrattamente riconosciuti in capo alla stessa Telecom Italia”. Per l’Antitrust il gruppo guidato da Flavio Cattaneo potrebbe infatti aver messo in atto una vera e propria strategia finalizzata a mettere i bastoni fra le ruote alla concorrente Open Fiber, controllata dall’Enel e dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Per Telecom però le cose non stanno affatto in questi termini. Anzi, secondo il gruppo l’azienda pubblica Infratel ha scritto i bandi ad hoc per favorire Open Fiber, nata con la benedizione dell’ex premier Matteo Renzi e con il preciso obiettivo di sviluppare la fibra con o senza l’aiuto dell’ex monopolista. Di qui la decisione di Telecom di non partecipare ai bandi e di modificare la strategia di investimento mentre erano in corso le gare Infratel per assegnare i fondi pubblici nelle aree a scarsa redditività. Quest’ultimo argomento sarà al centro della discussione in un prossimo meeting al Mise dove il ministro Carlo Calenda ha intenzione di convocare i vertici dell’ex monopolista nell’intento di trovare un difficile compromesso. Magari affrontando anche il tema, molto caro all’ex monopolista, di una possibile valorizzazione della vecchia rete in rame di Telecom.