Il ministro della Difesa Hans Peter Doskozil: "Mossa indispensabile se il flusso non diminuirà". "Difenderemo il nostro confine del Brennero se sarà necessario", ha detto il titolare degli Esteri Sebastian Kurz. Una mossa dal chiaro sapore elettorale: gli austriaci tornano alle urne il 15 ottobre per le elezioni legislative. Il sindaco di Brennero: "Non c'è alcuna emergenza". La Svizzera ha annunciato invece l'invio di poliziotti federali al confine con Piemonte e Lombardia
L’Austria mette in campo l’esercito contro i migranti. “Mi aspetto che molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e che sarà richiesto un dispiegamento di militari“, ha annunciato il ministro della Difesa Hans Peter Doskozil. In un’intervista all’edizione online del Kronen Zeitung, il ministro ha chiarito che Vienna rafforzerà “molto presto” i controlli al Brennero se non rallenterà il flusso di migranti nel Mediterraneo. Dopo la chiusura dei porti di Francia e Spagna alle navi delle ong, un nuovo messaggio per il governo italiano che sta affrontando da solo i flussi migratori provenienti dalla Libia. Una mossa dal chiaro sapore elettorale, visto che il Paese che tornerà alle urne il 15 ottobre per le elezioni legislative.
La Farnesina ha convocato l’ambasciatore austriaco a Roma, René Pollitzer e il ministro dell’Interno Marco Minniti si è detto “sorpreso. Come risulta evidente non c’è alcuna emergenza al valico del Brennero e i rapporti di cooperazione con la polizia austriaca funzionano perfettamente”, ha detto il ministro dell’Interno, definendo “una iniziativa ingiustificata e senza precedenti” quella di Vienna. Se la decisione non sarà “immediatamente corretta”, ha fatto sapere ancora il Viminale, essa “comporterà inevitabili ripercussioni nella cooperazione in campo di sicurezza tra due Paesi che hanno fatto dell’amicizia e delle positive relazioni transfrontaliere un elemento fondamentale dei loro rapporti”.
“I preparativi per i controlli alla frontiera con l’Italia non sono solo giusti ma anche necessari. Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero se ciò sarà necessario”, ha detto il ministro degli Esteri Sebastian Kurz. Un chiaro messaggio nei confronti di Bruxelles e di Roma sul fatto che nessuno può rivolgere accuse a Vienna: “Abbiamo accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei”, ha specifica il neo-leader dei popolari, che a maggio aveva chiesto il ritorno alle urne dopo la fine dell’esperienza di Große Koalition tra socialdemocratici (SPÖ) e popolari (ÖVP). L’Unione Europea, ha specificato Kurz, deve chiarire che un soccorso attuato nel Mediterraneo non è un ticket per l’Europa: i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa.
L’agenzia austriaca Apa ha fatto sapere che sono già stati portati al Brennero quattro mezzi corrazzati Pandur delle Forze armate austriache che potrebbero essere impiegati nelle operazioni di controllo sull’immigrazione annunciate dal ministro Doskozil. Secondo l’agenzia, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali saranno messi a disposizione da reparti stanziati nella regione del Tirolo, mentre i restanti verrebbero dal comando militare della Carinzia. Una mossa dal chiaro sapore elettorale quella del leader dell’ÖVP, tesa ad anticipare e pescare dallo stesso bacino di voti cui attinge il Partito della Libertà, formazione di ultradestra che sfiorò la vittoria alle presidenziali del maggio 2016 con Norbert Hofer.
La situazione sul lato italiano, infatti, appare tranquilla: al valico dei mezzi blindati non c’è traccia. Come dicono gli Alpini, chiamati a rafforzare la sicurezza alla frontiera, negli ultimi tempi si nota una rafforzamento dei controlli a campione che le autorità austriache eseguono sulle auto in transito e specialmente sui tir. E’ anche inattivo il grande capannone allestito nell’inverno da Vienna a ridosso del confine e dove era stato minacciato che sarebbe stato deviato il traffico in casa di necessità. “Non vedo al momento nessuna emergenza – racconta il sindaco di Brennero, Franz Kompatscher – ci sono pochissimi profughi, abbiamo vissuto altri tempi emergenziali, al momento quello che dicono mi sembra esagerato. La situazione è tranquilla e non è possibile passare il confine facilmente: i migranti sanno che ci sono controlli sia sulla parte italiana che su quella austriaca e quindi neppure cercano la strada per il Brennero”. Per il primo cittadino quella dell’Austria è una mossa elettorale: “In Austria sono a pochi mesi dalle elezioni – osserva Kompatscher – ora chiaramente qualcuno mostra i muscoli“.
Già a maggio 2016, la tensione tra Italia e Austria era salita proprio a causa del controllo del passo alpino. A criticare le misure imposte da Roma era stato il governatore del Tirolo Günther Platter, che accusò Roma di non aver mantenuto i patti sull’intensificazione dei controlli ai migranti senza documenti che cercano di raggiungere il nord Europa. “Non accetterò che gli italiani distribuiscano inefficaci tranquillanti su presunte verifiche. Da noi il numero di ingressi illegali aumenta nuovamente”, aveva detto il presidente del land che imputava al governo italiano di avere fatto “melina” per dissuadere l’Austria dall’intento di bloccare il passo di frontiera: “Fino a poco fa questi controlli hanno dato i loro frutti e il numero di chi varcava il confine in modo illegale era diminuito. Ora però sempre più spesso vengono osservati gruppi di profughi che raggiungono Gries am Brenner (primo paese in Austria, ndr) a piedi”.
E martedì mattina è arrivato anche un nuovo giro di vite dalla Svizzera che si prepara a rafforzare il dispositivo lungo le frontiere. Il governo federale ha annunciato che molti agenti dei corpi di polizia sosterranno i colleghi in Ticino, Grigioni, Vallese, al confine con Piemonte e Lombardia. Già nel 2015 le autorità elvetiche avevano messo a punto un piano di migranti con l’impiego di 800 militari dell’esercito alle frontiere, previsto soltanto in caso di emergenza.
Il numero di migranti e rifugiati giunti in Europa via mare dall’inizio dell’anno ha superato la soglia dei 100 mila, ha riferito oggi a Ginevra l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Dall’inizio del 2017 al 3 luglio , un totale di 101.210 migranti e rifugiati ha attraversato il Mediterraneo, quasi l’85% è giunto in Italia(85.183), mentre il resto degli arrivi è suddiviso tra Grecia (9.290), Cipro (273) e Spagna (6.464). L’Oim stima a 2.247 il numero di persone morte in mare nello stesso periodo.