I conti dei Lea già non tornano – Al momento, in ogni caso, è piuttosto difficile immaginare nuove prestazioni accessibili a tutti in un Servizio sanitario nazionale che ha affrontato negli anni un forte definanziamento. Secondo i dati 2012-2015 diffusi dall’ex ministro Renato Balduzzi, l’effetto combinato di una serie di manovre finanziarie ha sottratto alla sanità pubblica una cifra vicina ai 25 miliardi. Per le Regioni si tratta in realtà di una somma conservativa, perché complessivamente i tagli sarebbero ammontati a 30 miliardi. Solo nel 2016 la quota di finanziamento pubblico ha ripreso ha salire (111 miliardi da 109,7 del 2015) con un aumento nel 2017 a 113 miliardi di cui due però sono vincolati a farmaci innovativi, vaccini e assunzioni (circa 300 milioni). In questo contesto, risulta difficile se non impossibile trovare le coperture per finanziare l’allungamento delle prestazioni offerte a tutti dal Servizio sanitario nazionale.
Bisogna vedere se gli sprechi si riducono veramente o se si tagliano i servizi magari alle fasce più vulnerabili
“Uno dei nostri maggiori rilievi al ministero della sanità è che non è stato chiarito se c’è copertura per i nuovi Lea”, spiega a ilfattoquotidiano.it Stefano Cecconi, responsabile politiche della salute della Cgil. Il ministero non ha ancora ufficializzato i tariffari delle nuove prestazioni, ma le prime indiscrezioni non sono rassicuranti. Per una fecondazione assistita, ad esempio, i nuovi Lea potrebbero prevedere tariffe massime di rimborso da mille euro. Ma, come ha precisato all’agenzia AdnKronos Gianni Baldini, docente di biodiritto all’università di Firenze, si tratta di una prestazione che ha un costo medio di 2.500 euro per un minimo di 1.800 euro della Toscana e un massimo di 4mila della Lombardia. Così, se la quota di mille euro venisse confermata, allora la parte restante, salvo un contributo massimo di ticket del privati da circa 36 euro, andrebbe a carico dello Stato e cioè del fondo sanitario dove però la coperta è già corta. Anche a dispetto del fatto che alcuni interventi finora gratuiti, come la cataratta, sono diventati a pagamento con il passaggio nei Lea dalla chirurgia senza ricovero al regime ambulatoriale.
Certo nulla esclude che la questione possa in parte risolversi con un aumento dei ticket il cui sistema è attualmente al vaglio di una commissione governativa ai fini di una revisione. Un intervento di questo tipo renderebbe del resto anche più facile reperire nuove risorse a favore del nuovo piano vaccini obbligatorio e gratuito che è stato ampliato dai Lea: l’ultimo dato disponibile (Osmed dell’Aifa 2014) fissa a circa 291 milioni la spesa pubblica per vaccini, ma l’obbligatorietà introdotta dal ministro Lorenzin farà lievitare la cifra.