Silenzio in sala: parla, e filma, Med Hondo. L’ottantunenne regista mauritano ha tenuto banco tra le decine di restauri della 31esima edizione del Cinema Ritrovato di Bologna con le copie fresche da 4k del World Cinema Project rispettivamente di: West Indies (1979); Soleil O (1970) – un vero saggio di cinema verità sul razzismo nelle grandi città europee degli anni sessanta e settanta -; Sarraouina (1984) – focalizzato su donne africane che hanno reagito e resistito al colonialismo. Tre titoli invisibili, tre film imperdibili di quel cinema politico, militante e anticolonialista che molte avanguardie di autori africani produssero in un momento delicatissimo di cambiamenti di un intero continente. Hondo, che negli anni ottanta è divenuto doppiatore in lingua francese di attori hollywoodiani come Eddie Murphy, Danny Glover, Sidney Poitier e Morgan Freeman, portò a termine primariamente un autentico capolavoro come West Indies: musical ironico e sontuoso, interamente girato su un set fittizio di una nave negriera.
Quattro secoli di schiavitù e oppressione dell’uomo bianco sull’uomo nero, di migrazioni forzate (e idealizzate) di interi popoli verso le metropoli del continente, concentrate nel continuo scavalcamento di campo dell’incedere del tempo, nel reiterato cambio di angolazione dell’inquadratura e nei numeri coreografici un po’ tribali e un po’ hippy per la fastosità di un cinema colto e popolare allo stesso tempo, rivolto alle masse di individui senza distinzione di provenienza e colore della pelle, masse sfruttate e cancellate nella loro primigenia identità. “Volevo affrancare il marchio il concetto di commedia musicale dal marchio di fabbrica americano”, ha spiegato il regista presente a Bologna. “Volevo dimostrare che ciascuno popolo ha una sua commedia musicale, e una sua tragedia musicale, e un pensiero che prende forma attraverso la storia del suo paese”. Se mai ne verranno stampate copie in dvd, acquistate questi film, e scoprirete un cinema impossibile, uno sguardo vitale e brioso che non t’aspetti sulla carne viva dei milioni di oppressi per il colore della pelle.