Lo scorso anno in Italia si sono registrate poco meno di 642mila denunce totali di infortuni. Le morti accertate dall'Inail sono state 618, di cui il 54% fuori azienda, cioè nel tragitto per raggiungere il luogo di lavoro o mentre la persona si trovava fuori per svolgere le sua attività. Sono state invece 60mila le denunce di patologie causate dal lavoro, con 1.297 decessi
Meno infortuni mortali, molte più malattie professionali. Lo scorso anno in Italia si sono registrate poco meno di 642mila denunce di infortuni sul lavoro, dato stabile rispetto al 2015, ma quelle che riguardano incidenti mortali sono scese a 1.104, il livello minimo dal 2008. Le morti accertate dall’Inail sono 618, di cui il 54% fuori azienda, cioè nel tragitto per raggiungere il luogo di lavoro o mentre il lavoratore si trovava fuori per svolgere le sua attività. Si tratta anche in questo caso di un minimo, con un ribasso di almeno il 12,7% sull’anno prima. Le denunce di malattia, invece, sono state circa 60mila, circa 1.300 in più rispetto al 2015, con un aumento di circa il 30% rispetto al 2012. Sono i numeri della relazione annuale dell’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, presentata dal presidente Massimo De Felice.
Per quanto riguarda le 60mila denunce di malattia, va chiarito che riguardano le patologie e non i soggetti ammalati, che sono circa 45mila di cui circa il 37% per causa professionale riconosciuta. Sono stati poco più di 1.400 i lavoratori con malattia asbesto-correlata. Nel 64% dei casi si tratta invece di patologie del sistema osteomuscolare. I lavoratori deceduti nel 2016 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 1.297, il 32,2% in meno rispetto al 2012, di cui 357 per silicosi-asbestosi. L’88% aveva più di 74 anni, il 71% più di 79.
Tornando alle denunce di infortunio, quelle registrate lo scorso anno sono salite dello 0,66% a confronto con il 2015, mentre rispetto al 2012 la flessione è di circa il 14%. La maggior parte riguarda uomini (411mila, contro circa 230mila donne). I settori dove si concentrano sono quelli dei trasporti e delle costruzioni. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono poco più di 419mila, di cui circa il 19% fuori azienda, ovvero avvenuti su un mezzo di trasporto o in itinere, nel tragitto tra casa e lavoro o comunque negli spostamenti per lavoro. L’Inail sottolinea che il dato ‘fuori azienda’ è rilevante “per la valutazione accurata delle politiche e delle azioni di prevenzione“.
Le denunce di infortunio con esito mortale sono scese del 14,2% sull’anno precedente e del 19,1% a paragone con il 2012. Degli eventi accertati ‘ul lavoro 332 sono ‘fuori azienda’. L’istituto sottolinea che anche “se i 34 casi ancora in istruttoria fossero tutti riconosciuti ‘sul lavoro’ si avrebbe una diminuzione del 12,7% rispetto al 2015 e di circa il 25% rispetto al 2012”. Il 49,1% degli infortuni mortali accertati sul lavoro ha riguardato persone con più di 50 anni.
Nei primi mesi del 2017 si è al contrario rilevato un incremento del fenomeno delle morti bianche. Una controtendenza su cui pesano gli eventi che hanno colpito l’Abruzzo, in particolare la valanga che ha travolto l’hotel di Rigopiano e la caduta dell’elicottero di soccorso presso Campo Felice.