Dal "Salvatore Aranzulla day" alla ricerca di un ghostwriter, il fenomeno web sembrerebbe aver preso una via verso la "celebrazione dell'uomo e del mito". Sic transit gloria mundi. Figuriamoci sul web
Non capisci un tubo delle istruzioni della nuova stampante? Il tuo pc vomita verde e lancia stringhe in aramaico? Vuoi contare i caratteri dell’articolo che stai scrivendo e non hai idea di quanti siano (questa è vera ndr)? Per ogni tipo di risposta che riguarda temi di informatica, nuove tecnologie, smartphone e cuffiette, Salvatore Aranzulla c’è. Un uomo solo al comando che sa cosa consigliare addirittura quando eMule s’intoppa e non trovi più nemmeno un episodio di Hazzard da scaricare. Cosa volere di più? Ovviamente, ci pensa Aranzulla anche a questo.
Insomma, non sembra essere più dalle parti del servizio fornito con una paginata web straordinariamente essenziale, della mano francescana dell’amico “che ne sa di computer”, bensì dalle parti della celebrazione dell’uomo e del mito. Dovendoci convivere con questa abnorme identità sociale e pubblica, Aranzulla ha quindi deciso pure di scindersi in almeno due entità, identiche ma separate, lanciando quella figura professionale che ricorda ministri, parlamentari, e presidenti del consiglio in apnea da presenza social: quella del ghostwriter. L’annuncio di lavoro dove si cerca un “redattore freelance per aranzulla.it” che pubblica senza firma e “agisce in qualità di ghost writer di Salvatore Aranzulla” (ghostwriter andrebbe attaccato ma fa niente, davvero), è online da un po’ di tempo, ed è assemblato nel tipico Aranzulla style, un po’ come alcuni buontemponi del web (nonciclopedia su tutti) hanno scritto ironicamente: ripetitivo nei concetti chiave, lunghetto nel computo complessivo dei caratteri, pedante e bizantino nelle precisazioni (basta vedere il paragrafo sulle retribuzioni che occupa quasi più spazio del tipo di ruolo da ricoprire).
Noi però siamo sicuri che tutto questo darsi da fare, questo mostrarsi in prospettiva diacronica con la storia dell’informatica, questo affermare un Salvatore Steve Aranzulla, abbia a che fare con quella volta in cui Wikipedia lo cancellò dalle proprie pagine perché non “rispondeva ai criteri di enciclopedicità necessari”. Sic transit gloria mundi. Figuriamoci sul web.