Solo un mese fa ad Arezzo la tragedia di una mamma che aveva dimenticata la figlia in auto. Questa volta però è andata diversamente: la piccola di un anno lasciata in auto si è salvata, ha scampato una morte per soffocamento con la temperatura che, con i finestrini chiusi, risulta sempre letale. È successo a Milano: la donna, una professionista di 38 anni, ha parcheggiato la macchina nel parcheggio di interscambio della metropolitana Bisceglie poco prima delle 8, poi ha preso il treno per andare a lavorare. La piccola, che secondo le prime ricostruzione è rimasta nella vettura per circa un’ora, forse dormiva. Un passante l’ha notata e con l’arrivo della polizia è stato sfondato il vetro per tirarla fuori. Non è in pericolo di vita, ma ha subito un forte choc.
Gli agenti hanno rintracciato la madre: “Ero convinta di averla portata all’asilo” ha detto prima di crollare. La 38enne ha ammesso di non ricordare nulla e di essersi completamente dimenticata della piccola. Quando ha saputo al telefono quello che era accaduto si è sentita male ed è stata portata all’ospedale San Carlo, lo stesso dove è stata ricoverata la figlia. La donna è stata visitata e sarà sottoposta a un trattamento clinico standard che si applica in questi casi. Al momento non è stata denunciata. I genitori della bambina sono entrambi professionisti e la polizia ha sottolineato che non si tratta di un contesto familiare disagiato. Il primo a essere contattato dagli agenti è stato il padre, completamente ignaro di quanto accaduto.
Un incidente che ha molti precedenti drammatici: il caso più clamoroso fu quello di Andrea Albanese, che nel 2013, a Piacenza si dimenticò di avere in auto il figlioletto Luca, di due anni. Trovò il corpo senza vita molte ore dopo, una volta uscito dal lavoro. Assolto dall’accusa di omicidio colposo grazie a una perizia psichiatriche che lo giudicò “incapace di intendere e di volere” poiché colpito da “amnesia dissociativa”, diventò promotore di un disegno di legge per installare un dispositivo acustico in grado di segnalare la presenza del bimbo a bordo.
Nel maggio del 2011 Jacopo, un bambino di 11 mesi, morì a Passignano sul Trasimeno, in provincia di Perugia, dimenticato in auto dal padre. Un mese maledetto: a pochi giorni di distanza a Teramo morì Elena, di quasi due anni, dopo essere stata lasciata 6 ore nella vettura dal papà, un docente universitario. Nel maggio del 2008 invece successe la stessa cosa ad una bambina di quasi due anni, dimenticata in macchina dalla mamma a Merate, in provincia di Lecco. Due anni fa un altro caso: Gioia, ultima dei sei figli di una famiglia ivoriana con cittadinanza italiana da 24 anni, morì chiusa in auto e lasciata in un parcheggio sotto il sole a Vicenza. Dieci giorni dopo, successe di nuovo a Grosseto, dove una bimba di 2 anni fu salvata in tempo dai passanti, che la notarono in un parcheggio. “Pensavo di averla lasciata all’asilo”, disse il padre: un gesto meccanico, dettato dall’abitudine, che in molti casi si è rivelato fatale, specialmente con le temperature estive. Anche in un altro caso, a Mestre, il pronto intervento dei vigili urbani salvò una bambina di due anni e mezzo lasciata in auto da padre e nonno. La scorsa estate, il 26 luglio, l’ultimo caso: una bambina di 18 mesi dimenticata in auto a Vada, in provincia di Livorno.