Ritornato dopo un lungo periodo di malattia che ha provocato anche la nomina d’ufficio di un legale per il suo assistito l’avvocato Domenico Aiello, nell’ultima udienza prima della pausa estiva, tira fuori dal cilindro un argomento nuovo. “Il Tribunale è stato truffato” in quanto ci sarebbero dei “falsi” agli atti del processo a carico di Roberto Maroni, accusato dalla procura di Milano di pressioni indebite per fare ottenere un contratto di lavoro e un viaggio a Tokyo a due sue ex collaboratrici che avevano lavorato con lui quando era ministro dell’Interno.
Dopo l’esame di Alberto Brugnoli, ex dg di Eupolis (ha patteggiato 8 mesi) il legale del presidente lombardo ha contestato gli orari annotati in una informativa del Noe firmata da Gianpaolo Scafarto, il capitano accusato di falso nell’inchiesta romana sulla Consip. La difesa di Maroni ha sostenuto che l’orario di cinque sms del 28 maggio 2014 che compaiono in questa relazione dei carabinieri, utilizzata per determinare la competenza territoriale del processo, sia differente rispetto a quello annotato sia in un’altra informativa del Noe sia in un brogliaccio contenuto nel fascicolo processuale. Una discrasia che, secondo Aiello, segnerebbe una difetto di competenza nel dibattimento che si sarebbe quindi dovuto celebrare a Roma e non a Milano.
Secondo la difesa, che ha chiesto di fare chiarezza con nuovi accertamenti, l’ex braccio destro del governatore Giacomo Ciriello (anche lui imputato) e il dg di Expo Christian Malangone (già condannato a 4 mesi con rito abbreviato) si sarebbero scambiati l’sms, non a Milano, ma durante una trasferta nella capitale. Nel messaggio si diceva: “Christian il Pres ci tiene acché la delegazione per Tokyo comprenda anche la società Expo attraverso la dottoressa Paturzo”. Il testo era già stato oggetto di uno scontro tra Procura e difesa, in quanto nell’atto di chiusura indagini era stato riportato un refuso. Un fatto questo che aveva costretto il pm Eugenio Fusco, resosi conto dell’errore, ad apportare una correzione nella richiesta di rinvio a giudizio inviata al gup.
Una volta segnalata la vicenda dell’orario ritenuto non corretto ha preso il via un acceso botta e risposta tra accusa e difesa. “È processualmente sbagliato e tardivo – ha sottolineato il pubblico ministero come riporta l’Ansa – sollevare la questione a questo punto del dibattimento”. Dura la replica del legale, che ha detto che “il tribunale è stato truffato” e che “gli atti di pg sono falsi”. Il presidente della IV sezione penale Maria Teresa Guadagnino, davanti a cui si svolge il processo, ha poi ripreso più volte l’avvocato di Maroni. “Se non abbassa i toni – lo ha avvertito – faccio una segnalazione all’ordine degli avvocati“. Si ritorna in aula il prossimo 14 settembre per celebrare il processo il cui dibattimento è stato dichiarato aperto solo 10 mesi dopo la prima udienza.