Matteo Renzi e il suo entourage “non stanno capendo nulla della attuale fase politica” e se il segretario del Pd “fosse un giocatore di calcio, il mister l’avrebbe fatto accomodare in panchina da un bel po’. Ma purtroppo l’allenatore è lui”.  Al coro di critiche per la svolta salviniana dell’ex premier nella politica sull’immigrazione si unisce anche Roberto Saviano. L’attacco dello scrittore è circostanziato e parte dalla parafrasi del “non dobbiamo sentirci di colpa…” con il quale Renzi ha spiegato venerdì che buonismo e terzomondismo devono essere chiusi in un cassetto e “non tutti i migranti devono essere accolti”.

“Se vi considerate di sinistra non dovete sentirvi moralmente in colpa se iniziate ad avvertire impulsi razzisti. Non siete voi a essere razzisti, sono i negri a essere troppi – scrive in un post sulla sua pagina Facebook – Ma vi assicuro che continuerò ad avere moralmente a cuore gli affari di chi tra voi produce armi da vendere ai Paesi in guerra, impedendo che si creino condizioni di vita accettabili per i negri ‘a casa loro'”. Mentre proprio l’Italia, attacca, sotto il governo Renzi ha venduto armi “in violazione della legge” che prevede l’impossibilità di esportarle verso gli Stati “responsabili di gravi violazioni dei diritti umani”. E ora vorrebbe “aiutarli a casa loro” in maniera “ipocrita”.

Saviano parte da lontano, ovvero da una delle prime mosse di Renzi da presidente del Consiglio: la sostituzione della ministra degli Esteri Emma Bonino, “risorsa vera della Repubblica”, con Federica Mogherini appena approdò a Palazzo Chigi. La stessa Bonino che in questi giorni, anche lei, ha spiegato come sia stato proprio Renzi a volere che tutti i migranti approdassero in Italia dopo i salvataggi, andando oltre i trattati di Dublino. Poi il radicale cambio di pensiero sulla gestione dell’immigrazione, come emerso in maniera netta dall’anticipazione di alcune pagine del libro ‘Avanti’, postate venerdì sul sito del Partito Democratico.

Per lo scrittore campano, nell’affermare di “voler aiutare i migranti a casa loro” c’è “ipocrisia” ma, avverte, “quella di Matteo Renzi non è una gaffe o un errore di comunicazione, è piuttosto un frettoloso e maldestro tentativo di dare in pasto una risposta alla ferocia di piazza“. Secondo il segretario del Pd, continua Saviano, “l’Italia non ha il ‘dovere morale di accogliere’ ma di ‘aiutare a casa loro’. Eppure sa perfettamente che l’Italia realizza l’esatto contrario perché aiuta sì chi decide di lasciare il proprio Paese, ma ad ammazzarsi a casa propria. La prova? Le esportazioni di armi italiane“.

Le cifre degli ultimi tre anni – “2.7 miliardi di euro nel 2014, 7.9 miliardi nel 2015 e 14.6 nel 2016“, elenca lo scrittore – “mostrano come è cresciuto il valore complessivo delle esportazioni di armi dall’Italia” e, sostiene, “Renzi ne è al corrente”. Ma “il dato politicamente importante è il boom di vendite verso Paesi in guerra in violazione della legge 185/1990 – continua – che vieta l’esportazione e il transito di armamenti verso Paesi in stato di conflitto e responsabili di gravi violazioni dei diritti umani”.

“L’Italia nel 2014-2015 è stato l’unico Paese della Ue ad aver fornito pistole, revolver, fucili e carabine alle forze di polizia e di sicurezza del regime di Al Sisi (con quale faccia chiedono verità per Giulio Regeni!)”, precisa prima di spiegare che Nigrizia, il magazine dei missionari comboniani, “denuncia forniture militari a Paesi dell’Africa settentrionale, a regimi autoritari, all’Arabia Saudita, condannata dall’Onu per crimini di guerra e per la quale il Parlamento europeo ha chiesto un embargo sulla vendita di armamenti”.

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