Non più (solo) “meno tasse per tutti”. Ma anche un “reddito di dignità” e il rinnovo della promessa rispolverata già nei mesi scorsi: “Pensioni minime a 1000 euro“. Nuova tappa della campagna d’estate di Silvio Berlusconi, stavolta intervistato a Sette Giorni su Rai Parlamento. “Dobbiamo ridurre le tasse a famiglie e imprese. Meno tasse sul lavoro, sulla prima automobile che serve ad andare al lavoro o ad accompagnare i figli“, ha detto il presidente di Forza Italia evocando gli interventi che vorrebbe mettere in campo se tornasse al governo.

Poi l’affondo sulle pensioni, che arriva nel mese in cui i pensionati ricevono per la prima volta la nuova quattordicesima rafforzata e allargata introdotta dal governo Renzi. A maggio Berlusconi, durante un convegno a Monza, aveva annunciato: “Tutti hanno diritto di vivere la propria vecchiaia in maniera decorosa, senza preoccupazioni e senza privazioni materiali o morali. Per questo garantiremo a tutti una pensione minima di 1000 euro non tassabili per 13 mensilità, restituendo a tutti gli anziani la dignità del loro passato di protagonisti nella società, per il valore umano e l’esperienza di cui sono portatori”. Ora lo ha ribadito affermando: “Io sono credibile quando lo dico perché lo abbiamo già fatto quando eravamo al governo. Tutto questo, certamente, non lo possono fare i governi della sinistra”.

“Dobbiamo assicurare un reddito di dignità a 15 milioni di italiani che oggi vivono in condizione di povertà”, ha aggiunto oggi l’ex Cavaliere. Anche in questo caso, l’affermazione arriva dopo che il governo ha varato il decreto sul Reddito di inclusione, che partirà dal 2018. Berlusconi ha poi detto di ritenere “inquietante e improponibile un’alleanza con il Pd“.

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