Pagare i contributi figurativi a tutti costa troppo. Così il sottosegretario Baretta pensa a un intervento sperimentale riservato a chi inizia l'università l'anno prossimo. In questo modo la misura non sarà più un intervento mirato ad aiutare una generazione che lavora in modo discontinuo. Ma una sorta di bonus
Un intervento “sperimentale“, solo per chi si iscriverà all’università il prossimo anno. Il giorno dopo le anticipazioni del Messaggero, il piano del sottosegretario Pierpaolo Baretta per consentire ai “Millennials” il riscatto gratuito della laurea si sgonfia. E diventa qualcosa di simile a un nuovo bonus temporaneo, valido per una sola stagione. Questione di risorse, ovviamente: per pagare i contributi figurativi a tutti i laureati nati dopo il 1980 (anche se solo quelli arrivati al traguardo nei tempi previsti, escludendo i fuori corso) servirebbero troppi soldi. Ben più sostenibile per il bilancio pubblico – e forse anche più conveniente dal punto di vista elettorale, visto che il Pd ha bisogno di recuperare voti tra i giovani – riservare il beneficio alle neo matricole.
Così facendo “i primi contributi sarebbero versati già tra tre anni”, ha spiegato Baretta all’assemblea studentesca dei giovani democratici, stando a quanto riportato ancora dal quotidiano romano. In questo modo, però, la misura perde il carattere di intervento mirato ad aiutare un’intera generazione che in gran parte lavora con contratti atipici e periodi di interruzione tra un incarico e l’altro. L’alternativa, del resto, sarebbe “far versare allo Stato solo una quota del riscatto, lasciando quella restante a carico del laureato”.
Il sottosegretario ha poi riferito di aver “ricevuto molte critiche da persone che hanno pagato il riscatto, perché considerano questa proposta discriminatoria“. Ma lo sarà tanto più se a beneficiarne saranno solo i nati intorno al 2000 che si iscrivono all’università l’anno prossimo.