Nello stabilimento balneare decine di simboli e frasi fasciste, oltre a discorsi del proprietario con evidenti richiami al regime. Intervento della Digos per accertamenti e intanto l'Anpi chiede la chiusura della spiaggia: "È suolo italiano, si rispettino le leggi"
Sono arrivati gli agenti della Digos nello stabilimento balneare Playa Punta Canna di Chioggia, all’interno del quale il proprietario espone decine e decine di immagini inneggiati a Benito Mussolini e al fascismo. Gli uomini della questura di Venezia stanno effettuando accertamenti e lunedì anche la polizia locale del comune veneziano effettuerà le verifiche del caso. E l’Anpi chiede “l’immediata revoca della concessione balneare”.
Dopo le rivelazioni di Repubblica, l’Anpi di Chioggia ha diffuso un comunicato per stigmatizzare “in ogni maniera il comportamento provocatorio e pericoloso del gestore concessionario della spiaggia Punta Canna” e chiedere “l’immediata revoca della concessione balneare allo stabilimento e l’applicazioni delle sanzioni previste dalle leggi”. Scarpa, spiega l’Associazione dei partigiani, è “miranese, i clienti sono turisti che vengono da altre parti del Veneto, la concessione demaniale arriva dallo Stato, così come chi dovrebbe far rispettare la legge Mancino e la Costituzione, ovvero la Prefettura di Venezia per mano delle autorità di pubblica sicurezza”.
Poi ricorda che, “in quanto concessione demaniale sul suolo italiano”, Scarpa “è tenuto a rispettare le leggi dello Stato, congruenti con la Costituzione nata dalla resistenza antifascista” e “a subire le giuste sanzioni in caso di trasgressione”. L’Anpi ha infine chiesto un incontro all’assessore comunale al demanio, Marco Veronese, e al sindaco di Chioggia, Alessandro Ferro, “affinché levino la loro voce a tutela del quadro di civiltà del territorio a loro affidato in amministrazione”.
“Se ci saranno infrazioni alla normativa per quanto ci riguarda, profili penalmente rilevanti o irregolarità nella struttura – spiega proprio Veronese – il Comune interverrà immediatamente. La notizia di reato è già all’attenzione dell’autorità giudiziaria e quindi l’iter farà il suo corso”.