Non c’è stato neanche il tempo di contestualizzare la frase di Silvio Berlusconi che il diretto interessato ha declinato l’offerta. Sergio Marchionne ringrazia e si smarca: a fare il candidato premier del centrodestra non ci pensa “nemmeno di notte”. Il manager lo ha detto in Austria, all’arrivo sul circuito Red Bull per il Gran Premio di Formula Uno: “Berlusconi è un grande, nella sua uscita – ha spiegato il numero uno di Fca – ha spiazzato tutti quanti, chapeau per lui”.
Ma non ci sono spazi per le convergenze, per avvalorare l’idea che l’ex cavaliere avrebbe partorito nelle scorse settimane e poi esposto durante una cena. La possibile candidatura di Marchionne per Palazzo Chigi era stata bocciata nel giro di qualche ora, tra l’altro, dai potenziali alleati Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il leader della Lega Nord era stato sintetico e deciso: “Uno che fino a ieri è andato braccetto con Renzi…”, aveva detto all’AdnKronos. Pungente era stato il commento dell’ex ministra: “Mi aspetto una smentita, perché immaginare come premier italiano uno che paga le tasse in Svizzera, ha portato la sede legale dell’azienda che dirige, la Fiat, in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna, pur avendo la presunzione di vendere macchine “italiane”, significa aver perso il lume della ragione”.
Marchionne, il cui contratto con Fca scade nel 2019, ha in ogni caso sotterrato l’idea, mentre – secondo La Verità – anche Berlusconi, in realtà, non ci avrebbe mai pensato. Il quotidiano di Maurizio Belpietro scrive che la vera arma del fondatore di Forza Italia sarebbe un’altra. Assai più suggestiva e molto più vicina. Vista l’impossibilità di candidarsi in prima persona, Berlusconi avrebbe già individuato la primogenita Marina come capolista.
Lady Berlusconi, che da anni guida Mondadori ed è la manager più apprezzata nella holding di famiglia, in passato si è lanciata in invettive politiche sui giornali per difendere aziende e affari. Recentemente, in un’intervista al Corriere della Sera, ha bocciato Marine Le Pen e più in generale i populismi, mentre un anno fa – sempre dalle colonne del quotidiano milanese – aveva invece attaccato Vivendi e gli squali della finanza.