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Popolari venete, sindaco Vicenza scrive a Gentiloni, Boldrini e Grasso: “Anche i soci siano risarciti, loro fiducia è stata tradita”

"Il Decreto, così come proposto dal Governo, per gli azionisti-risparmiatori non prevede nulla. Anzi, ha l’effetto di una pietra tombale su qualsiasi concreta speranza di risarcimento per la truffa subita", scrive il primo cittadino. In realtà,però gli azionisti hanno visto sfumare il proprio investimento già lo scorso anno: il 70% ha accettato il (magro) risarcimento offerto dal fondo Atlante impegnandosi in cambio a non fare causa.
Popolari venete, sindaco Vicenza scrive a Gentiloni, Boldrini e Grasso: “Anche i soci siano risarciti, loro fiducia è stata tradita”
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Gli azionisti delle due popolari venete non erano “speculatori” bensì “piccoli risparmiatori, la cui fiducia è stata tradita”. Per questo anche loro, come gli obbligazionisti subordinati, devono essere risarciti. A sostenerlo, in una lettera inviata al presidente del Consiglio, ai presidenti di Camera e Senato e al segretario del Pd Matteo Renzi, è il sindaco di Vicenza Achille Variati.

“Egregio Presidente, inizia domani, prima alla Camera e poi al Senato, la discussione per la conversione del Decreto Legge 99/2017 sulle Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca popolare di Vicenza Spa e di Veneto Banca Spa. La crisi delle due banche venete, tra responsabilità degli amministratori e di chi avrebbe dovuto controllare, ha generato una situazione gravissima a livello economico e sociale. In particolare, a subire gli effetti peggiori sono gli azionisti delle due banche poste in liquidazione, un vero e proprio popolo non di speculatori ma di risparmiatori, spesso piccoli risparmiatori, la cui fiducia è stata tradita. Si tratta quindi, senza mezze parole, di cittadini truffati che ora si ritroverebbero, con questo Decreto, azionisti di una banca liquidata”, è l’incipit della missiva spedita dal primo cittadino vicentino.

“Il Decreto, così come proposto dal Governo, per gli azionisti-risparmiatori non prevede nulla. Anzi, ha l’effetto di una pietra tombale su qualsiasi concreta speranza di risarcimento per la truffa subita“, continua Variati, lanciando quindi la sua richiesta all’esecutivo e ai presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama. “In qualità di Sindaco di Vicenza, città sede dell’omonima Banca Popolare, e di presidente dell’Unione delle Province Italiane, interpretando il pensiero di tanti amministratori di diverse regioni d’Italia, chiedo che il Decreto venga cambiato considerando, oltre gli interessi e la tenuta del sistema bancario italiano, anche i diritti legittimi degli azionisti-risparmiatori. La questione non può e non deve essere chiusa con le norme proposte perché rappresenterebbe un’iniquità di trattamento fra soggetti diversi che non può e non deve essere sancita dal Parlamento. Ricordo infatti che l’articolo 47 della Costituzione sancisce il dovere di tutela del risparmio in tutte le sue forme”, è la conclusione della lettera del sindaco del Pd.

In realtà,però gli azionisti di Pop Vicenza e Veneto Banca di fatto hanno visto sfumare il proprio investimento già lo scorso anno: la mala gestione dei due istituti, i cui ex numeri uno Gianni Zonin e Vincenzo Consoli sono indagati per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, ha fatto crollare i prezzi dei titoli a pochi centesimi dai 62,5 euro (per Popolare di Vicenza) e 40,75 euro (Veneto Banca) dei tempi d’oro. E all’inizio dell’anno il 70% ha accettato il (magro) risarcimento offerto dal fondo Atlante impegnandosi in cambio a non fare causa.

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