Solo ieri il via libera finale ai licenziamenti lampo per i cosiddetti “furbetti del cartellino”. Oggi dalla Sicilia arriva l’ennesima storia di assenteismo selvaggio. C’era chi durante l’orario d’ufficio andava a fare shopping e chi dal parrucchiere e c’erano medici fiscali pronti a compilare i referti della visita senza aver mai visto il paziente e personale del 118 che con l’ambulanza andava a comprare frutta e verdura. Trentaquattro tra medici, infermieri e personale sanitario dell’ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera, nell’Agrigentino, sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza che ha documentato la truffa. Le Fiamme Gialle di Sciacca hanno notificato sette provvedimenti di obbligo di firma e ventisette provvedimenti di conclusione delle indagini. I reati contestati sono la truffa ai danni di un ente pubblico e, in alcuni casi, il peculato, l’interruzione di pubblico servizio nonché reati di false certificazioni. Tra i 34 assenteisti anche quattro che sono consiglieri comunali in comuni dell’Agrigentino.
Dipendenti strisciavano badge e poi andavano a fare la spesa
Una piaga quello dell’assenteismo da Piacenza, dove sono stati indagati 22 dipendenti comunali, a Napoli, dove nel registro degli indagati sono finiti in nove. A Ribera c’era una dipendente sanitaria periodicamente intenta a fare spese durante l’orario di ufficio e un’altra che si recava abitualmente dal parrucchiere. “Gli illeciti connotati da maggiore disvalore hanno però riguardo il personale impiegato in servizi esterni, appartenente a quasi tutte le categorie ospedaliere” spiegano dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Agrigento. Gli investigatori hanno accertato che alcuni dei medici responsabili delle visite fiscali si limitavano a compilare il referto della visita richiesta dai datori di lavoro senza procedere all’effettuazione della visita e, talvolta, senza neppure avere alcun contatto con il paziente. “In tal modo, il medico fiscale, oltre a vanificare la funzione stessa della visita fiscale – dicono dalla Guardia di finanza -, maturava indebitamente il diritto alle indennità previste per le visite mediche domiciliari”. Un comportamento che ha integrato le ipotesi di truffa aggravata, peculato e falso ideologico.
Le Fiamme Gialle: “Personale del 118 si allontanava con ambulanza”
Il sistema prevedeva “la timbratura cumulativa dei cartellini di presenza per coprire l’abituale allontanamento di dipendenti e dirigenti medici per tornare o rimanere a casa propria o, ancora, dedicarsi ad altri impegni personali o familiari”. In tal modo medici e infermieri hanno percepito indebitamente indennità accessorie allo stipendio per prestazioni domiciliari effettuate in giorni di assenza dal lavoro. Altra grave forma di assenteismo è quella rilevata nei confronti dei personale del nosocomio addetto al servizio di 118. Nei confronti di alcuni operatori addetti a tale servizio l’attività d’indagine ha consentito di rilevare come interi equipaggi in servizio di pronta reperibilità si allontanassero periodicamente con mezzi propri e addirittura con l’autoambulanza in loro dotazione, per sbrigare faccende personali come l’acquisto di frutta e verdura. A Roma invece si era scoperto che l’ambulanza veniva usata per spacciare droga.
Da ieri via libera ai licenziamenti dei furbetti del cartellino
Da ieri c’è l’ok finale ai licenziamenti per gli assenteisti: i dipendenti pubblici che vengono colti a strisciare il badge per poi tornare a casa, o a fare shopping o sport perderanno il posto di lavoro. In realtà il decreto è già in vigore da, esattamente, un anno, tuttavia c’è stato bisogno di un testo correttivo dopo la sentenza della Consulta sulla riforma Madia. Pronuncia che ha imposto il raggiungimento di un’intesa con le Regioni. Nel frattempo però il nuovo meccanismo ha cominciato a funzionare e il provvedimento bis non cambia la sostanza, facendo salvi tutti gli effetti prodotti fin qui.
L’impiegato che viene scoperto a falsificare la presenza deve essere sospeso entro due giorni, senza stipendio (gli compete solo l’indennità alimentare).È chiamato a difendersi in contraddittorio con un preavviso minimo di quindici giorni e in un mese il procedimento disciplinare deve essere concluso. Il dirigente che si volta dall’altra parte rischia a sua volta il licenziamento. Il dipendente può essere chiamato anche a rispondere di danno all’immagine della P.A (procede la Corte dei conti entro 150 giorni). Il Testo Unico sul pubblico impiego prevede che l’iter accelerato valga anche per gli altri illeciti in flagrante (come chi viene scovato a rubare o a corrompere). Per gli altri casi, quelli ordinari, invece il tempo massimo è di quattro mesi.