I pm ipotizzano che si sia trattato di un omicidio per il quale risultano indagati l’allora fidanzata di Bergamini, Isabella Internò, e l’autista del camion Raffaele Pisano. “Quello che è stato fatto oggi – è il commento della sorella - doveva essere già stato fatto tanti anni fa”
La salma di Denis Bergamini, giocatore del Cosenza morto nel 1989, è stata riesumata al cimitero di Boccaleone di Argenta, in provincia di Ferrara. Lo aveva stabilito nelle scorse settimane il gip del Tribunale di Castrovillari Teresa Riggio accogliendo, nel corso dell’incidente probatorio, la richiesta del procuratore Eugenio Facciola che ha riaperto il caso, archiviato due volte come suicidio.
Partendo da un’istanza avanzata dai legali della famiglia Bergamini e alla luce di una consulenza tecnica secondo cui non collimerebbero l’orario ufficiale della morte con la ricostruzione dell’incidente, la Procura non crede alla versione che il calciatore sia tolto la vita facendosi travolgere da un camion sulla statale 106, all’altezza di Roseto. Piuttosto i pm ipotizzano che si sia trattato di un omicidio per il quale risultano indagati l’allora fidanzata di Bergamini, Isabella Internò, e l’autista del camion Raffaele Pisano.
“Quello che è stato fatto oggi – è il commento di Donata Bergamini, la sorella del calciatore – doveva essere già stato fatto tanti anni fa”. Da tempo Donata, infatti, si batte per la riapertura dell’inchiesta che potrebbe arrivare alla svolta dopo gli esami che saranno effettuati nell’ospedale di Ferrara dove è stata trasportata la salma. Ad aprile, il procuratore Facciola, ai microfoni di Raisport, aveva spiegato: “Vogliamo approfondire, con le tecniche di cui oggi si dispone, tutti i possibili aspetti di quello che non è un suicidio. Emerge un mix di questioni sentimentali e di questioni legate ad altre tematiche”.
Il sospetto della Procura (che alcuni anni fa aveva riaperto già il caso e poi lo ha archiviato) è che Bergamini fosse già morto quando fu investito dal camion in un incidente stradale del quale l’unica testimone oculare è l’ex fidanzata del giocatore del Cosenza. Denis non avrebbe avuto alcun motivo di suicidarsi. In quel momento era il punto di riferimento del Cosenza in serie B e l’anno successivo avrebbe avuto la possibilità di giocare con il Parma o con la Fiorentina. Eppure, la fidanzata raccontò il contrario, descrivendo gli attimi in cui Bergamini scese dalla sua Maserati e si lancio sotto le ruote del camion di Pisano: “Voleva lasciare il calcio. L’ho sentito dire: ‘Ti lascio il mio cuore, ma non il mio corpo’. E poi si è tuffato”. Una versione di comodo secondo i legali della famiglia che non si sono arresi e non hanno mai accettato una ricostruzione finalizzata probabilmente a proteggere qualcuno.
Secondo gli avvocati della famiglia, invece, Denis sarebbe morto per un’emorragia dovuta alla recisione dell’arteria femorale. Solo in un secondo momento, infatti, stando alla ricostruzione dei tecnici, il camion sarebbe passato sul suo corpo rimasto stranamente quasi intatto, con i vestiti puliti e con l’orologio perfettamente funzionante.
Cosa è successo lo stabilirà l’inchiesta su una vicenda che, a distanza di quasi 28 anni, ha ancora troppi punti interrogativi. Tra questi anche la velocità del camion che procedeva a 30 chilometri orari lasciando sull’asfalto tracce di pneumatici che, secondo i rilievi, non potrebbero essere compatibili con la frenata. Sempre il procuratore Facciolla, infatti, aveva dichiarato: “Sembrerebbe una vicenda chiusa in un rapporto tra pochi soggetti che evidentemente hanno goduto di protezione”.
Una verità che passa anche per quei vestiti “puliti” che Bergamini indossava la sera in cui è morto: “Il giorno del funerale, – sono le parole del magistrato – sul pullman del Cosenza c’era anche la fidanzata di Bergamini con una busta che conteneva i vestiti del calciatore. Questa busta se la passarono, per un fatto affettivo, i calciatori. Poi però sparì. Gli abiti di Bergamini, infatti, non ci sono più. Subito dopo il funerale, inoltre, Padovano accompagnò la fidanzata di Bergamini a casa, fu invitato a salire con insistenza. Lui andò sopra e si trovò di fronte a una festa. C’erano delle paste. Il giorno del funerale, quindi, stavano festeggiando. È stata creata una cortina fumogena per evitare che venisse fuori la verità”. Una cortina fumogena che, adesso, il procuratore Facciolla vuole rimuovere ripartendo proprio dai nuovi esami disposti sulla salma di Bergamini.