Un fronte di due chilometri di fuoco lungo le pendici del Vesuvio. La tangenziale di Catania chiusa per quattro ore a causa del fumo e lambita dalle fiamme. Messina ed Enna che, a fatica, iniziano a tornare alla normalità. E poi un rogo che nel Palermitano minaccia persino una casa di riposo. Bruciano Campania e Sicilia, sfiancate dagli incendi in molti casi dolosi. L’uomo accende la miccia, il caldo e il vento fanno il resto. E sono decine gli ettari andati in fumo nelle due regioni durante le ultime 48 ore.
Due chilometri di fuoco sul Vesuvio – Da martedì mattina è chiaramente visibile da Napoli una enorme colonna di fumo che avvolge il vulcano. Sono minacciate dalle fiamme le zone attorno ai comuni di Torre del Greco ed Ercolano, ma focolai sono attivi anche sul versante dei Monti Lattari, appena sopra il comune di Corbara, in provincia di Salerno, dove il sindaco ha firmato la chiusura della strada provinciale 2 e ha chiesto “l’intervento dell’Esercito, perché gli incendi stanno minacciando la nostra comunità”. Fiamme si segnalano anche a valle di Cappella Bianchini e Trecase, in provincia di Napoli. I fronti di fuoco sul Vesuvio si sono uniti nel corso della giornata e così la lingua di fuoco è ora lunga 2 chilometri. Secondo Il Mattino, i turisti sono in fuga dai ristoranti della zona e l’incendio lambisce alcune case – che sono state evacuate – nella parte alta della città. “Sembra un’eruzione”, commentano al giornale napoletano diversi testimoni. Altri quotidiani locali riportano che da ore ‘piove’ cenere su Avellino e il cielo in Irpinia ha assunto un colore rossastro. In azione Canadair e altri mezzi aerei, squadre dei Vigili del fuoco e la Protezione civile della Regione per un totale di circa 600 persone impegnate in tutta la Campania nel combattere un centinaio di incendi. “È significativo che ancora una volta non si faccia nulla per prevenire gli incendi che, come nel caso del Vesuvio, richiedono azioni immediate”, dice il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
Il sindaco di Terzigno: “Stop eventi e finestre chiuse” – Stop a tutti gli eventi programmati all’aperto, porte e finestre chiuse per tutte le abitazioni del territorio comunale e l’evacuazione di case e negozi ricadenti in un raggio di 200 metri dall’incendio: sono alcune delle misure previste dall’ordinanza firmata dal sindaco di Terzigno Francesco Ranieri per contrastare l’emergenza causata dalle fiamme nel comune dell’area vesuviana. Il provvedimento è stato preso, si legge nell’ordinanza, considerato che “l’incendio ha creato un’imponente nuvola di fumo con caduta di fuliggini, ceneri e ulteriori residui di combustione, nonché la produzione di grosse quantità di CO2 disperse in area”. “Stiamo assistendo alla morte dello Stato, alla sua totale assenza – afferma invece il sindaco di Ottaviano, Luca Capasso – ma mai come stavolta lo Stato siamo tutti noi: anche quelli che si fanno i selfie tra le fiamme per postarle sui social, anche quelli che criticano solo e aspettano aiuti senza sapere che in Italia ci sono solo 12 canadair e poi magari esitano a denunciare i piromani. Infine, spiace dirlo ma è così, lo Stato è anche la mano criminale che sta facendo accadere tutto questo”.
Danni ingenti a Messina – Non si arresta la furia delle fiamme anche in Sicilia. Lunedì, l’emergenza ha riguardato Messina: le fiamme sono arrivate nelle vie periferiche della città ed è stata evacuata l’università. Si stimano danni per centinaia di migliaia di euro, ma dopo una giornata e una nottata di lotta i Vigili del fuoco e 4 Canadair sono riusciti a domare tutti i focolai, tranne alcuni ancora attivi sui monti peloritani. Nel pomeriggio di martedì, però, alcuni incendi hanno ripreso vigore e le aree di San Michele, Tremonti, via San Jachiddu e Granatari che sono state nuovamente circondate dal fuoco. “Sembra Roma incendiata da Nerone”, ha scritto lo show-man siciliano Rosario Fiorello. Durante un incontro in Comune, il governatore della Regione Rosario Crocetta ha annunciato che “sarà dichiarato lo stato di calamità naturale e si procederà al censimento dei danni”. “Occorre capire – dice il presidente dell’isola – che ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza criminale, non solo in Sicilia ma anche in altre regioni, che sta distruggendo il nostro patrimonio boschivo”. A Catania, martedì mattina, un incendio divampato nei pressi della tangenziale ovest ha costretto l’Anas a chiudere il tratto compreso tra gli svincoli di Zia Lisa e Asse dei Servizi. La tangenziale è stata riaperta poco dopo le 16.30. E non è ancora sotto controllo il fronte che ha devastando la vallata fra Calascibetta ed Enna, arrivando fino al cimitero del capoluogo di provincia.
Palermo, fiamme vicino a una casa di riposo – Nel frattempo due grossi incendi in provincia di Palermo stanno impegnando gli uomini della forestale e dei vigili del fuoco. Il primo è scoppiato verso mezzogiorno nella zona di Cozzo Busino, a Monreale. La fiamme sono divampate in un’area boscata, dove sono presenti però anche alcune abitazioni che sono state evacuate. Sul posto si trovano 7 squadre della forestale ed è in azione l’unico canadair al momento assegnato alla provincia di Palermo data l’emergenza in corso in tutta l’isola. In fiamme anche il comune di Blufi: un rogo divampato intorno alle 14.50, sta distruggendo ettari di vegetazione ma minaccia anche il centro abitato e in particolare una casa di riposo. Altri piccoli focolai si sono registrati nel resto della provincia.
In un mese quasi 400 richieste di interventi aerei – Dal 15 giugno a oggi sono state 391 le richieste di soccorso aereo della flotta di Stato giunte dalle Regioni al Centro operativo aereo unificato (Coau) del Dipartimento della protezione civile, un picco mai raggiunto nello stesso periodo negli ultimi dieci anni. Nel 2007, infatti, stagione estiva davvero complicata, erano state 285 le domande, seguito dal 2012 con 233 richieste giunte dal 15 giugno al 10 luglio. La priorità degli interventi dei mezzi aerei della flotta di Stato sugli incendi in giornate come quella odierna, nelle quali si registrano oltre 40 richieste di supporto da parte delle Regioni, dipende, ovviamente, dalla vicinanza al fuoco di infrastrutture e abitazioni.
Cronaca
Incendi, Campania e Sicilia bruciano. Sul Vesuvio 2 chilometri di fuoco, danni ingenti e stato di calamità naturale a Messina. Fiorello: ‘Sembra Roma dopo Nerone’ – FOTO E VIDEO
Le fiamme accerchiano il vulcano. A Corbara, in provincia di Salerno, il sindaco chiede l'intervento dell'Esercito, mentre il primo cittadino di Terzigno ferma gli eventi all'aperto e ordina la chiusura di porte e finestre. Messina fa la conta dei danni: si parla di centinaia di migliaia di euro. Crocetta: "Stato di calamità naturale". L'origine degli incendi? Quasi sempre dolosa. In un mese quasi 400 richieste di intervento aereo
Un fronte di due chilometri di fuoco lungo le pendici del Vesuvio. La tangenziale di Catania chiusa per quattro ore a causa del fumo e lambita dalle fiamme. Messina ed Enna che, a fatica, iniziano a tornare alla normalità. E poi un rogo che nel Palermitano minaccia persino una casa di riposo. Bruciano Campania e Sicilia, sfiancate dagli incendi in molti casi dolosi. L’uomo accende la miccia, il caldo e il vento fanno il resto. E sono decine gli ettari andati in fumo nelle due regioni durante le ultime 48 ore.
Due chilometri di fuoco sul Vesuvio – Da martedì mattina è chiaramente visibile da Napoli una enorme colonna di fumo che avvolge il vulcano. Sono minacciate dalle fiamme le zone attorno ai comuni di Torre del Greco ed Ercolano, ma focolai sono attivi anche sul versante dei Monti Lattari, appena sopra il comune di Corbara, in provincia di Salerno, dove il sindaco ha firmato la chiusura della strada provinciale 2 e ha chiesto “l’intervento dell’Esercito, perché gli incendi stanno minacciando la nostra comunità”. Fiamme si segnalano anche a valle di Cappella Bianchini e Trecase, in provincia di Napoli. I fronti di fuoco sul Vesuvio si sono uniti nel corso della giornata e così la lingua di fuoco è ora lunga 2 chilometri. Secondo Il Mattino, i turisti sono in fuga dai ristoranti della zona e l’incendio lambisce alcune case – che sono state evacuate – nella parte alta della città. “Sembra un’eruzione”, commentano al giornale napoletano diversi testimoni. Altri quotidiani locali riportano che da ore ‘piove’ cenere su Avellino e il cielo in Irpinia ha assunto un colore rossastro. In azione Canadair e altri mezzi aerei, squadre dei Vigili del fuoco e la Protezione civile della Regione per un totale di circa 600 persone impegnate in tutta la Campania nel combattere un centinaio di incendi. “È significativo che ancora una volta non si faccia nulla per prevenire gli incendi che, come nel caso del Vesuvio, richiedono azioni immediate”, dice il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
Il sindaco di Terzigno: “Stop eventi e finestre chiuse” – Stop a tutti gli eventi programmati all’aperto, porte e finestre chiuse per tutte le abitazioni del territorio comunale e l’evacuazione di case e negozi ricadenti in un raggio di 200 metri dall’incendio: sono alcune delle misure previste dall’ordinanza firmata dal sindaco di Terzigno Francesco Ranieri per contrastare l’emergenza causata dalle fiamme nel comune dell’area vesuviana. Il provvedimento è stato preso, si legge nell’ordinanza, considerato che “l’incendio ha creato un’imponente nuvola di fumo con caduta di fuliggini, ceneri e ulteriori residui di combustione, nonché la produzione di grosse quantità di CO2 disperse in area”. “Stiamo assistendo alla morte dello Stato, alla sua totale assenza – afferma invece il sindaco di Ottaviano, Luca Capasso – ma mai come stavolta lo Stato siamo tutti noi: anche quelli che si fanno i selfie tra le fiamme per postarle sui social, anche quelli che criticano solo e aspettano aiuti senza sapere che in Italia ci sono solo 12 canadair e poi magari esitano a denunciare i piromani. Infine, spiace dirlo ma è così, lo Stato è anche la mano criminale che sta facendo accadere tutto questo”.
Danni ingenti a Messina – Non si arresta la furia delle fiamme anche in Sicilia. Lunedì, l’emergenza ha riguardato Messina: le fiamme sono arrivate nelle vie periferiche della città ed è stata evacuata l’università. Si stimano danni per centinaia di migliaia di euro, ma dopo una giornata e una nottata di lotta i Vigili del fuoco e 4 Canadair sono riusciti a domare tutti i focolai, tranne alcuni ancora attivi sui monti peloritani. Nel pomeriggio di martedì, però, alcuni incendi hanno ripreso vigore e le aree di San Michele, Tremonti, via San Jachiddu e Granatari che sono state nuovamente circondate dal fuoco. “Sembra Roma incendiata da Nerone”, ha scritto lo show-man siciliano Rosario Fiorello. Durante un incontro in Comune, il governatore della Regione Rosario Crocetta ha annunciato che “sarà dichiarato lo stato di calamità naturale e si procederà al censimento dei danni”. “Occorre capire – dice il presidente dell’isola – che ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza criminale, non solo in Sicilia ma anche in altre regioni, che sta distruggendo il nostro patrimonio boschivo”. A Catania, martedì mattina, un incendio divampato nei pressi della tangenziale ovest ha costretto l’Anas a chiudere il tratto compreso tra gli svincoli di Zia Lisa e Asse dei Servizi. La tangenziale è stata riaperta poco dopo le 16.30. E non è ancora sotto controllo il fronte che ha devastando la vallata fra Calascibetta ed Enna, arrivando fino al cimitero del capoluogo di provincia.
Palermo, fiamme vicino a una casa di riposo – Nel frattempo due grossi incendi in provincia di Palermo stanno impegnando gli uomini della forestale e dei vigili del fuoco. Il primo è scoppiato verso mezzogiorno nella zona di Cozzo Busino, a Monreale. La fiamme sono divampate in un’area boscata, dove sono presenti però anche alcune abitazioni che sono state evacuate. Sul posto si trovano 7 squadre della forestale ed è in azione l’unico canadair al momento assegnato alla provincia di Palermo data l’emergenza in corso in tutta l’isola. In fiamme anche il comune di Blufi: un rogo divampato intorno alle 14.50, sta distruggendo ettari di vegetazione ma minaccia anche il centro abitato e in particolare una casa di riposo. Altri piccoli focolai si sono registrati nel resto della provincia.
In un mese quasi 400 richieste di interventi aerei – Dal 15 giugno a oggi sono state 391 le richieste di soccorso aereo della flotta di Stato giunte dalle Regioni al Centro operativo aereo unificato (Coau) del Dipartimento della protezione civile, un picco mai raggiunto nello stesso periodo negli ultimi dieci anni. Nel 2007, infatti, stagione estiva davvero complicata, erano state 285 le domande, seguito dal 2012 con 233 richieste giunte dal 15 giugno al 10 luglio. La priorità degli interventi dei mezzi aerei della flotta di Stato sugli incendi in giornate come quella odierna, nelle quali si registrano oltre 40 richieste di supporto da parte delle Regioni, dipende, ovviamente, dalla vicinanza al fuoco di infrastrutture e abitazioni.
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Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - "Affronterò il processo con la massima serenità e con la consapevolezza di poter dimostrare la correttezza del mio operato, avendo sempre agito nel pieno rispetto del regolamento previsto dall’Assemblea Regionale Siciliana. Non ho mai, nella mia vita, sottratto un solo centesimo in modo indebito e confido che nel corso del giudizio emergerà la verità, restituendo chiarezza e trasparenza alla mia posizione. Resto fiducioso nella giustizia e determinato a far valere le mie ragioni con il rispetto e la serietà che ho sempre riservato alle istituzioni". Così Gianfranco Miccichè, rinviato a giudizio per l'uso dell'auto blu, commenta il processo che partirà a luglio. "Sono però amareggiato da quanto la stampa riporta sul fatto che, secondo il pm avrei arraffato quanto più possibile- dice - Nella mia vita non ho mai arraffato alcun che e su questo pretendo rispetto da parte di tutti".
Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - L'ex Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè è stato rinviato a giudizio con l'accuaa di peculato e concorso in truffa aggravata il. La prima udienza del processo si terrà il 7 luglio davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo. Secondo l'accusa il politico, ex viceministro dell'Economia, avrebbe usato l'auto blu in dotazione, in quanto ex Presidente dell'Ars, per fini personali. In particolare avrebbe usato, non per fini istituzionali, l’Audi della Regione, per una trentina di volte, tra marzo e novembre del 2023, anche per fare visite mediche, e persino per andare dal veterinario con il gatto. Avrebbe fatto salire sull'auto anche componenti della sua segreteria e familiari.
Il suo ex autista, Maurizio Messina, che ha scelto il rito abbreviato, è stato invece condannato dal giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta a un anno e mezzo di carcere per truffa, più sei mesi con l'accusa di avere sottratto la somma che gli era stata sequestrata durante le indagini.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - La Corte di Assise di Appello di Milano ha assolto, ribaltando la sentenza a sette anni inflitta in primo grado, Salvatore Pace per il concorso nell'omicidio di Umberto Mormile, l'educatore del carcere di Opera ammazzato l'11 aprile 1990. Il delitto fu rivendicato dalla Falange Armata, organizzazione terroristica sulla quale gravitavano mafiosi, 'ndranghetista e componenti dei servizi segreti deviati. Mormile, 34 anni, venne assassinato a Carpiano, nel Milanese, mentre andava al lavoro, quando due individui in sella a una moto esplosero contro di lui sei colpi di pistola. Secondo l'accusa, Pace, 69 anni, diventato collaboratore di giustizia, si sarebbe messo a disposizione dei mandanti dell'omicidio. "Attendo di leggere le motivazioni" è il commento dell'avvocato Fabio Rapici, legale di alcuni dei familiari della vittima.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - La Difesa europea non salva il Pd. Anzi, lo spacca. A Strasburgo, al momento del voto sul piano ReArmEu, gli europarlamentari dem si sono divisi: 10 favorevoli e 11 astenuti. Non un banale testa a testa, che già sarebbe una notizia, ma una spaccatura politica. La prima, almeno così evidente, nella gestione di Elly Schlein. I riformisti dem, infatti, si sono tutti schierati per il sì. Mentre sino all'ultimo istante il capo delegazione Nicola Zingaretti ha lavorato per portare il gruppo sull'astensione in modo da disinnescare ogni tentazione a votare no. Ma la frattura non si è ricomposta.
Dopo il voto, la segretaria dem ha tenuto il punto, confermando le "molte critiche" avanzate su ReArmEu: "Quel piano va cambiato" e per farlo "continueremo a impegnarci ogni giorno", ha detto tra le altre cose. Ma l'onda del voto sulla Difesa Ue è arrivata fino al Nazareno, aprendo una discussione interna al partito in cui è riemersa anche la parola 'magica' Congresso. La foto di Strasburgo, del resto, è netta. Per il sì si sono schierati Stefano Bonaccini (il presidente del partito), Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Raffaele Topo.
Tra gli astenuti Zingaretti, Lucia Annunziata, Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan. Dalle tabelle dell'aula emerge tra l'altro che nel gruppo S&D gli unici ad astenersi sono stati gli italiani più un bulgaro, un irlandese e uno sloveno. Per non farsi mancare nulla, c'è stato anche il 'giallo' Annunziata, inizialmente conteggiata tra i sì e poi conteggiata come astenuta.
(Adnkronos) - Mentre a Strasburgo i più maliziosi hanno enfatizzato non solo la presenza di Nardella tra gli astenuti, ma soprattutto quella di Strada e Tarquinio: apertamente contrari al Piano Ue, alla vigilia erano dati certi tra i no. "C'è stato l'aiutino per non far vincere il sì", ha valutato un eurodeputato dem. Lo stesso Tarquinio, del resto, a Un giorno da pecora ha ammesso: "Se avessi votato no sarebbe mancato quel po' di più che ha consentito alla delegazione Pd di avere la maggioranza pro Elly Schlein".
"E' stata sconfitta la linea dell'astensione? E' stato sconfitto il no, perché si partiva dal no", è stata la valutazione di Lia Quartapelle. La deputata dem è stata tra quelli che hanno subito chiesto l'apertura di un confronto interno. "Dobbiamo dimostrarci all'altezza. Il Pd, un grande partito, deve argomentare dove vuole stare con una discussione che sino ad oggi non c'è stata", ha spiegato. Sulla stessa linea Piero Fassino e anche Marianna Madia: "Abbiamo la necessità di discutere e capire. Non possiamo fare tutto questo stando zitti o con un mezzo voto. Congresso o Direzione? Va bene tutto, basta che ci sia una discussione", ha detto la deputata.
Ai riformisti ha risposto Laura Boldrini: "Mi sarei aspettata che il gruppo del Pd al Parlamento europeo votasse compatto sull'astensione, che è la strada trovata dalla segretaria Schlein. Non è il momento di alimentare divisioni". Ma anche nell'area di maggioranza interna non è mancata la chiamata al confronto: "E' giusto che ci sia una discussione seria. E' una responsabilità che abbiamo tutti ed è interesse della segretaria, che io sostengo, che questa discussione si faccia nelle forme e con la rapidità necessarie", ha detto Gianni Cuperlo. Mentre è stato Andrea Orlando a chiedere un Congresso tematico: "Potrebbe essere utile anche per portare la discussione fuori dal solo gruppo dirigente" e per "chiarirsi le idee".
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "Morte naturale per infarto". Sono questi i primi risultati dell'autopsia per Carmine Gallo, l'ex super poliziotto protagonista della lotta contro la criminalità organizzata a Milano e ai domiciliari dallo scorso ottobre per l'inchiesta Equalize sui presunti dossier illeciti, morto domenica nella sua abitazione a Garbagnate Milanese. Si tratta dei primi riscontri dei medici legali, poi "arriveranno i tossicologici" chiesti in via precauzionale per escludere qualsiasi altra causa.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - "Il libro di Follini rappresenta la foto di un mondo rovesciato rispetto al presente, un’America rovesciata, ieri prevaleva il senso della misura e il ragionamento, oggi prevale il populismo”. Lo ha detto il deputato del Pd Stefano Graziano presentando in conferenza stampa a Montecitorio il libro di Marco Follini 'Beneficio d’inventario'.
"Centrale è la parte che racconta della vita politica all’epoca del padre di Marco Follini, Vittorio, e dei leader politici del tempo da Francesco Cossiga, ad Aldo Moro, passando per Marco Pannella. Non tutti avevano la stessa idea politica ma erano tutti uniti nella forza di voler difendere la democrazia, una democrazia ottenuta con lotte, sangue, catastrofi e quindi seppur lontani politicamente, erano uniti dal dialogo. Una differenza abissale con l’Italia di oggi pericolosamente in mano ai sovranisti, dove tutto è concepito fuorché il dialogo. Forse questo abisso non è solo italiano ma sta prevalendo in tutto l’Occidente e la cosa è abbastanza preoccupante”, ha aggiunto Graziano.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "La manovra repentina, improvvisa e del tutto imprevedibile, frutto certamente di una decisione di decimi di secondo attuata dal conducente del motoveicolo TMax non ha consentito al conducente del veicolo Giulietta di poter attuare alcuna manovra difensiva efficace". E' quanto sostiene la consulenza cinematica disposta dalla Procura di Milano e affidata all'ingegnere Domenico Romaniello. La relazione attribuisce la responsabilità dell'incidente a Fares Bouzidi, già indagato per omicidio stradale, l’amico di Ramy Elgaml che guidava lo scooter. Quando lo scooter da via Ripamonti svolta a sinistra verso via Quaranta, "con una deviazione improvvisa", per il consulente Fares imprime "una correzione di rotta verso destra", in direzione del marciapiede, e il carabiniere alla guida "non poteva certamente prevedere tale pericolosissima manovra e nulla ha potuto fare per evitare tale contatto, in ragione della impossibilità di poter attuare sia una correzione di rotta, sia una frenata efficace nello spazio a disposizione".
Non solo: il militare alla guida "non avrebbe altresì potuto neanche sterzare verso destra per la presenza del pedone (il testimone che riprende la scena con il cellulare) che per il conducente dell’autovettura è stato chiaramente percepito con la vista periferica" spiega l'ingegnere che ha realizzato la consulenza ricostruendo le condizioni di visibilità e velocità dell'inseguimento avvenuto la notte del 24 novembre scorso. Quella che mette in atto il carabiniere ora indagato per omicidio stradale (per lui si va verso la richiesta di archiviazione) è "una manovra difensiva obbligata": se lo scooter guidato da Fares avrebbe mantenuto la traiettoria 'naturale' chi guidava la Giulietta "non avrebbe sostanzialmente avuto problemi a mantenere il proprio veicolo iscritto nella curva da percorrere per la svolta a sinistra".
Quando Fares imposta la curva verso via Quaranta il T Max viaggia a una velocità di quasi 55 chilometri l'ora, quando il motociclo finisce la sua corsa contro il palo semaforico l'urto avviene a circa 33 chilometri orari. Per il consulente incaricato dalla procura la macchina che insegue, per evitare l'urto, "avrebbe dovuto disporre di uno spazio complessivo per l’arresto di circa 24 metri", mentre "il conducente aveva a disposizione circa 12 metri soltanto prima di giungere all’urto contro il palo semaforico".