Mancano pochi mesi alla scadenza elettorale, il Paese resta in una situazione di stagnazione economica e le condizioni di vita della parte più debole della società peggiorano, soprattutto per i giovani. Dopo il referendum che ha bocciato senza appello il progetto di stravolgimento costituzionale di un uomo solo al comando, il Partito democratico totalmente egemonizzato da Renzi, ha assunto definitivamente i connotati liberisti ed uno spiccato orientamento ad allearsi con la destra.
Perdura l’assenza di una forza all’altezza del compito di costruire una prospettiva diversa per il Paese, che non può essere il M5S con le sue incongrue contraddizioni e la sua fisionomia ondivaga che lo rendono, al di là delle intenzioni, non in grado di assicurare un reale cambiamento secondo le attese che ha pur saputo generare.
L’appello lanciato da Anna Falcone e Tomaso Montanari “un’alleanza popolare per la democrazie e l’uguaglianza”, rappresenta una buona e credibile base di partenza per la costruzione di un progetto di lista elettorale che richiami il protagonismo attivo di numerose ed estese forze della società civile oggi deluse e disilluse dalla frammentazione e profonda inadeguatezza dei partiti e gruppi politici esistenti, nessuno escluso.
Non è necessario ricorrere a un “salvatore della patria” e nemmeno ad un “unto del signore” di sinistra. Occorre invece una forza collettiva ancorata al mondo del lavoro, portatrice dei valori costituzionali di democrazia e giustizia sociale, che si ponga l’obiettivo di un riequilibrio delle diseguaglianze, di una rifondazione della comunità europea delle donne e degli uomini e non dei poteri economici e finanziari, che cancelli i vincoli determinati dai trattati in vigore.
Un rassemblement veramente unitario può rappresentare la vera novità e riaccendere le speranze di un paese più giusto e più prospero, puntando anche la scadenza elettorale per un progetto di cambiamento di più lungo periodo.
Una sinistra, alternativa e di governo, non dominata dalle logiche minoritarie di piccoli gruppi identitari che investa in primo luogo sulla passione e sulle competenze che emergono dai tanti movimenti, dalle reti di autogestione, di solidarietà sociale e d’impegno per la pace e per l’ambiente, dalla lotta contro le mafie e la corruzione e per una nuova etica politica, dalle buone esperienze di governo locale.
Un’aggregazione che tragga alimento dalle numerose liste civiche che si sono affermate in questi anni in grandi e piccoli centri, dai movimenti impegnati a difendere e valorizzare le risorse più importanti di cui disponiamo, le bellezze naturali, il territorio con l’immenso patrimonio artistico e culturale, l’intelligenza creativa e la capacità innovativa. Uno schieramento che operi per un radicale cambiamento del Paese, che abbia il suo centro nella società e si nutra delle ricche esperienze e capacità politiche “dal basso” che esistono diffuse. Un soggetto politico alternativo al Pd ed alle sue attuali politiche, uscendo in tal senso da ogni ambiguità.
Un’organizzazione costruita in rete che cominci il suo cammino nei diversi territori da un momento fondativo assembleare, aperto, inclusivo, paritario, orizzontale e democratico, non condizionato da predeterminate logiche ed equilibri parlamentari, in cui si possano riconoscere da subito le migliori energie intellettuali e morali del Paese che esistono numerose e che attendono solo di essere chiamate ad un’opera seria e condivisa.
Per iniziare non sono necessarie abiure o liquidazioni coatte, ne occorre sciogliere i soggetti politici esistenti o aggiungerne altri, si tratta di connettere le esperienze in corso e le forze più variegate che si riconoscano in questo percorso e contribuiscano a costruire un programma politico, considerando alla pari tutti coloro che ci saranno. Questo può essere un buon inizio.