Non il pubblico delle grandi occasioni ma una platea comunque calda ha accolto il trio londinese, per quella che è stata di fatto la loro unica data italiana. Dopo il forfait di Firenze, gli XX si presentano sullo stage del PostePay-Rock in Roma con tre quarti d’ora di ritardo ma ricevono comunque una grande accoglienza e il boato del pubblico quando Romy Madley Croft imbraccia la chitarra zeppa di delay e intona la celebre Intro, dando il via a un set studiato nei minimi particolari, che ripercorre i loro maggiori successi non disdegnando digressioni dance e dubstep che hanno trasformato spesso l’Ippodromo delle Capannelle in un vero e proprio club. Questo grazie alle abilità di Jamie XX, produttore, disc jockey e mente della band che come una dea Kali spaziava tra drum machine, synth e groove box, danzando tra una consolle all’altra.
Ritmo serrato, Crystalised, Say something e Island e un saluto veloce al parterre. È uno show senza fronzoli, essenziale, con giochi di luci su pareti riflettenti rotanti. I riff cadenzati di basso di Oliver Sim, voce precisa e intensa, ci accompagnano per altro quattro pezzi: Lips, Chained, Dangerous e I dare you che ha infiammato letteralmente il pubblico. Il tempo necessario per riprendere fiato è affidato alla voce cristallina di Romy che con la sua chitarra regala una perla in solitaria, Performance. Un momento intenso che prepara la seconda parte dello show e che confermerà tutte le ottime impressioni avute. Il trio si trova a perfezione, tutti i pezzi sono eseguiti magistralmente, con una precisione e una disinvoltura che regala allo show una fluidità inaspettata. E si continua a ballare con Infinity, A violent noise, Brave for you, VCR, Fiction e Shelter, che spingono via tutte le preoccupazioni che Romy non si è minimamente curata di nascondere: “Eravamo un po’ spaventati da tutto questo…ma è bellissimo, vi amo”.
La polvere si alza, la gente balla sulla cover di Jamie XX Loud Place, un pezzo dal suo progetto solista inciso proprio con Romy. La platea si accende ma gli XX gettano subito acqua sul floor che si calma solo con gli ultimi due acuti di delicatezza estrema On Hold e la bellissima Angels che vanno a completare il set di 18 tracce preparato dai tre di Wandsworth. Uno spettacolo intenso ma forse troppo breve, un’ora e mezza di concerto che regala una performance sicuramente di alto livello ma che lascia un po’ con l’amaro in bocca le tante persone accorse che avevano appena cominciato a scatenarsi sotto le casse. Casse che mai come ieri sera hanno assicurato un’acustica che troppe volte in passato ha lasciato a desiderare nei concerti della rassegna.
Tracklist: