La somma si può incassare solo a fine mandato e a questa va aggiunta una specie di liquidazione (molto contestata e con cifre impressionanti) che tiene conto dell'anzianità maturata e all'aspettattiva di vita del politico interessato
È cominciata la carica di 24 consiglieri regionali del Trentino Alto Adige verso assegni, vitalizi e anticipazioni. Non bastassero gli 87 ex amministratori più anziani che avevano ricevuto negli scorsi anni 17 milioni e mezzo di euro di anticipi sulle liquidazioni future e hanno dovuto restituire 10 milioni (ma solo 5 milioni di euro sono rientrati, gli altri non hanno ottemperato e molti hanno fatto causa contro gli abbattimenti delle somme). Non bastassero i 40 consiglieri più giovani per anzianità che hanno incassato 5 milioni anticipati non dovuti, e per questo sono stati chiamati a restituirli (ma al conto mancano ancora un paio di milioni). Adesso si profila per 24 tra ex consiglieri e consiglieri in carica delle province autonome di Trento e Bolzano la maturazione del diritto all’erogazione del vitalizio. Non tutti e non subito, ma scaglionati nel tempo fino al 2023. Eppure si tratta di cifre importanti, se rapportate agli stipendi dei cittadini comuni, che per 14 degli amministratori potrebbero andare a pagamento entro il 2019.
Quella dei vitalizi, nella regione a statuto speciale è una specie di telenovela, dove non è facile raccapezzarsi. Ma per merito del consigliere dei Cinquestelle Paul Kollensperger, sulla scia di quello che ha fatto mesi fa il suo collega di partito Filippo Degasperi, adesso ne sappiamo qualcosa in più. Con una interrogazione rivolta al presidente del consiglio regionale Thomas Widmann, Kollensperger ha chiesto di conoscere chi ha maturato o maturerà il diritto al vitalizio entro la prossima legislatura (fino al 2023 compreso). Si tratta di una somma lorda di 4.127 euro e 72 centesimi (per effetto di una pregressa autoriduzione) che si può incassare solo a fine mandato, a cui però va aggiunta una specie di liquidazione (molto contestata e con cifre impressionanti) che tiene conto dell’anzianità maturata e all’aspettattiva di vita del consigliere.
Il presidente Widmann ha risposto rendendo pubblico un elenco in cui non compaiono coloro che hanno rinunciato al vitalizio, in cambio della restituzione dei contributi versati durante il mandato. Si tratta di Ulli Mair, Julia Unterberger, Sergio Divina (che adesso è senatore) e Vincenzo Passerini (che però ha devoluto i soldi a progetti sociali). Durante la legislatura, al netto delle restituzioni e del quote del fondo Family, sono già stati liquidati 560mila euro netti all’ex consigliera Eva Klotz, 460mila euro netti a Walter Baumgartner e 247mila euro netti a Marco Benedetti. Recentemente sono stati in due a maturare il diritto al vitalizio. Pius Leitner dei Freiheitlichen ha lasciato ad aprile il consiglio dopo 24 anni a seguito della condanna penale per i sex toy regalati a un compagno di partito a spese del gruppo consigliare. Percepisce già il vitalizio, mentre non è stato ultimato il calcolo della parte di attualizzazione che sarà ingente, visto che Leitner, non avendo maturato il diritto al vitalizio dopo la riforma del 2014, aveva dovuto restituire 364mila euro, mentre risultava beneficiario di quote del Fondo Family per 670mila euro. A luglio ha maturato il diritto al vitalizio anche l’ex consigliere Hermann Thaler (Svp), per il quale la voce “attualizzazioni” è più bassa, avendo a suo tempo ricevuto in anticipo (e restituito) 55mila euro e avendo quote del Fondo Family per almeno 110mila euro.
Tra i residui 22 che matureranno il diritto entro il 2023 (con opzione dell’anticipo al compimento dei 60 anni di età) c’è anche il senatore in carica Johann Karl Berger (Svp), che riceverà i soldi solo alla fine del mandato parlamentare. Nel suo caso le cifre sono importanti, avendo diritto a un importo netto anticipato di 329mila euro ed essendo titolare di quote Family per 445mila euro. A gennaio 2018 maturerà il diritto Rosa Maria Zelger che ha già ricevuto anticipazioni per 182 mila euro e ha quote Family per 575mila euro. Nel corso del 2019 sarà il turno degli assessori provinciali trentini dell’Upt Mauro Gilmozzi e Tiziano Mellarini (per entrambi tra anticipazioni e Fondo Family circa 200 mila euro lordi, oltre al vitalizio mensile), del consigliere provinciale Nerio Giovanazzi di Amministrare il Trentino (circa 840 mila euro) e dell’ex governatore trentino, che oggi è deputato Upt, Lorenzo Dellai (circa 560 mila euro).
Sempre durante il 2019, per la Provincia Autonoma di Bolzano, matureranno il diritto Richard Theiner (Svp; 680 mila euro tra anticipazioni e Fondo Family), Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde; 170 mila euro), Martha Stocker (Svp; 680 mila euro), Hans Heiss (Gruppo Verde; 170 mila euro), Florian Mussner (Svp; 160 mila euro), Veronika Stirner (Svp; 215 mila euro), Thomas Widmann (Svp; 200 mila euro), Maria Luisa Gnecchi (attuale deputato del Pd 188 mila euro). Se qualcuno di questi verrà rieletto in Provincia Autonoma o in Parlamento si vedrà congelati i pagamenti. Avrà diritto al vitalizio da metà el 2021 anche Silvano Grisenti, che pure è decaduto da consigliere per effetto della legge Severino dopo una condanna per fatti legati ad Autobrennero di cui è stato presidente.
– Poniamo fine al privilegio – firma la petizione del Fatto Quotidiano