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Bari, coinvolto in inchiesta per corruzione si dimette l’assessore Giannini (Pd). Emiliano: “Lo ringrazio per la sensibilità”

Passo indietro del politico coinvolto nell'indagine della procura pugliese. Il governatore: "Conosco bene la sua competenza e la sua onestà e per questo sono fiducioso che egli saprà dimostrare la sua totale estraneità alle accuse contestate"

Indagato dalla procura di Bari in un’inchiesta per corruzione, si è dimesso poche ore dopo che la Guardia di Finanza ha fatto irruzione nel suo ufficio alla Regione Puglia per perquisirlo. L’esponente del Pd Gianni Giannini non è più l’assessore ai trasporti e lavori pubblici della giunta di Michele Emiliano: ha rimesso le deleghe al governatore, che ha deciso per il momento di tenerle per sé.

“Tale decisione è motivata esclusivamente dall’intento di tutelare l’amministrazione regionale e di consentire una serena prosecuzione delle indagini”, si legge in una nota della Regione Puglia.   “Ringrazio Gianni Giannini per la sensibilità dimostrata, qualità lo contraddistingue da sempre. Conosco bene la sua competenza e la sua onestà e per questo sono fiducioso che egli saprà dimostrare la sua totale estraneità alle accuse contestate”, dice invece Emiliano.

Secondo le indagini, a Giannini si sarebbe rivolto il titolare del ristorante Grotta Palazzese di Polignano a Mare (Modesto Scagliusi) con l’obiettivo di ottenere un interessamento per agevolare pratiche per un finanziamento regionale. Fondi provenienti dal piano integrato per il turismo, pari ad oltre 2 milioni di euro, che furono concessi nel marzo 2017. E non solo: Scagliusi aveva chiesto, senza però ottenerla, anche un’intercessione con la Sovrintendenza ai beni culturali di Bari per l’approvazione di un progetto. In cambio avrebbe fornito alla figlia di Giannini un salotto: l’imprenditore, infatti, è anche titolare del salottificio Soft Line srl di Modugno. È per questo motivo che le Fiamme Gialle hanno perquisito anche l’abitazione della figlia dell’ormai ex assessore regionale.