Sull'inquinamento dei fiumi di Benevento e provincia provocato dagli scarichi fognari la procura competente indaga da anni: un primo processo si concluso con una assoluzione e per l'inchiesta bis è stata chiesta la proroga delle indagini al giudice per le indagini preliminari. L'ex Guardasigilli è primo cittadino solo da un anno
Sull’inquinamento dei fiumi di Benevento e provincia provocato dagli scarichi fognari la procura competente indaga da anni: una prima inchiesta era stata chiusa nel maggio del 2012 per 39 sindaci (il processo si era concluso nel 2016 con l’assoluzione di tutti) e un mese fa la procura aveva chiesto al gip una proroga per l’indagine in cui sono indagati 32 sindaci. Ultimo in ordine di tempo Clemente Mastella, ex Guardasigilli ma solo da un anno primo cittadino di Benevento, che però, ricevuto l’avviso di garanzia, scalpita.
“Non escludo di dimettermi, come feci da ministro della Giustizia. Io sto da un anno e voglio capire quali sono le ragioni per le quali qualsiasi sindaco, anche napoleonico, avrebbe potuto rimettere in piedi la depurazione a Benevento ed eliminare inconvenienti presenti da anni e non lo ha fatto. Con questa situazione non credo ci siano gli elementi per continuare in maniera serena. Ho recuperato i soldi per il depuratore, ho organizzato incontri di giunta per quanto riguarda il collettamento, abbiamo posto in essere tutto quello che era possibile e ora mi arriva anche l’avviso di garanzia ad un anno dalla mia elezione. Da ex ministro della Giustizia ne prendo atto, ho preso atto di notizie ben più drammatiche, però in questo caso non so come avrei potuto eliminare l’inconveniente che la Procura lamenta nei miei confronti”.
Lo scorso 13 giugno i pm avevano la proroga al giudice per l’inchiesta bis che prevede diverse ipotesi di reato: quella di inquinamento ambientale è prospettata, per l’arco temporale che va dal maggio 2015 al maggio 2016, per ventitré primi cittadini, di Benevento e della provincia, ancora in carica o che lo sono stati entro quel periodo. Mastella è diventato sindaco nel giugno del 2016. Il deturpamento delle bellezze naturali, dal 2012 fino al termine del mandato elettorale (2014-2015), è invece contestato ad altri nove sindaci di centri sanniti. Gli indagati avranno quindi la possibilità di nominare consulenti per le analisi delle acque, analisi che non fu possibile utilizzare nel primo procedimento conclusosi con l’assoluzione perché i risultati erano stati dichiarati inutilizzabili dal giudice per l’udienza in quanto i prelievi erano stati eseguiti non in contraddittorio.
“Questa mattina ho ricevuto un avviso di garanzia per i reati di cui agli articoli 110, 452 bis, 113 del codice penale in relazione ad un’indagine sull’inquinamento ambientale dei fiumi Sabato e Calore. Voglio ricordare- scrive in una nota Mastella – che mi sono insediato da appena un anno, che ho provveduto nel luglio 2016 a recuperare dalla Regione Campania la somma di 9 milioni di euro, precedentemente andata persa, per la costruzione del depuratore di cui la città di Benevento ancora non è dotata, nonostante un’attesa di oltre 30 anni. Successivamente ho provveduto, con l’ausilio dell’Autorità di Bacino, ad individuare definitivamente il sito dove costruire il depuratore. Per quanto riguarda, poi, gli sversamenti, ho emanato le debite ordinanze e, al tempo stesso, ho provveduto, attraverso la Gesesa, ad effettuare una mappatura aggiornata degli scarichi nei fiumi e a far progettare gli interventi necessari per evitare che ci fossero disfunzioni dal punto di vista della depurazione delle acque, tant’è vero che ho anche richiesto ulteriori fondi alla Regione Campania, che mi ha garantito che sarebbero stati stanziati, per realizzare le opere di collettamento necessarie a risolvere quest’ulteriore problematica. E, comunque, avendo ereditato un Comune in dissesto finanziario – prosegue – sarebbe stato impossibile porre in atto in soli undici mesi gli interventi necessari ad evitare gli addebiti che mi vengono mossi, anche alla luce delle procedure previste dal codice degli appalti e delle debite e giuste garanzie che occorre rispettare tra la fase progettuale e quella realizzativa dell’opera. Confesso che questa vicenda mi ha particolarmente turbato e ritengo che amministrare da sindaco una comunità senza le condizioni di serenità necessarie, pur facendo il proprio dovere fino in fondo, diventa quasi impossibile. Posso difendermi da me stesso ma dall’imponderabile e dall’imprevedibile assolutamente non sono attrezzato. Ho già sofferto troppo al riguardo. Alla luce di tutto ciò deciderò se è giusto o meno che io prosegua l’attività di sindaco. Mi preme infine chiarire che, avendo ricevuto l’avviso di garanzia a margine di un incontro con i giornalisti, ho ritenuto giusto divulgare subito la notizia per una forma di chiarezza, di correttezza e di stima nei confronti degli inquirenti e dell’opinione pubblica, evitando in questo modo anche strumentalizzazioni e modalità che spesso avvelenano l’atmosfera in casi come questi”.