Ha vinto, sta preparando tutto per presentare la giunta ma – salvo sorprese – la sua avventura da sindaco rischia di non iniziare nemmeno. La causa? Un contratto di appalto per il servizio dei trasporti funebri firmato dal suo predecessore con un’impresa in cui tra i soci amministratori figurano il fratello e la cognata.
Edgardo Arosio, primo cittadino in pectore di Cantù, deve scegliere: gli affetti famigliari o la poltrona di sindaco. Lo storico esponente della Lega Nord, già sindaco della città brianzola ed ex consigliere regionale, non può tenere tutto insieme. Lo stabilisce l’articolo 61 del Testo unico degli Enti locali: non si può ricoprire la carica di sindaco se si hanno “ascendenti o discendenti, ovvero parenti o affini fino al secondo grado” che “coprano nelle rispettive amministrazioni il posto di appaltatore di lavori o di servizi comunali o provinciali o in qualunque modo loro fideiussore”.
E il Comune di Cantù, lo scorso 26 maggio, ha rinnovato un contratto da 130mila euro con il Consorzio Canturino pompe funebri Zanfrini, che dal 1999 si occupa di servizi cimiteriali. L’azienda fa capo al fratello Armando Arosio e a sua moglie Ornella Zanfrini. I due non commentano, ma una nota della società ha chiarito che non hanno alcuna intenzione di fare un passo indietro e rinunciare a quell’appalto triennale.
Il sindaco rischia quindi di decadere per “incompatibilità”, anche se si è detto sicuro che la “questione si risolverà con il buonsenso”. Il tempo però stringe: Arosio ha dieci giorni di tempo a partire dal 17 luglio – giorno della prima seduta del Consiglio comunale – per rimuovere la causa della sua incompatibilità. Il fratello, insomma, deve mollare l’appalto. In alternativa, decadrà e sarà il suo vice a guidare Cantù. Se quest’ultimo non dovesse riuscire a mettere insieme una giunta, arriverà il commissario. E Cantù tornerà al voto nella primavera 2018.