E' quanto emerge dai dati del 16esimo Bollettino settimanale dell'Istituto superiore di Sanità, nato per monitorare e descrivere in modo tempestivo i focolai del virus in corso nel nostro Paese da gennaio 2017. "Da quella data i casi sono già 3.500"
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha citato l’Italia in una relazione sulla “preoccupazione” per i focolai di morbillo che si stanno registrando in Europa e che hanno causato 35 morti negli ultimi 12 mesi. E proprio oggi arrivano i numeri relativi a giugno 2017 dell’Istituto superiore della Sanità. Un mese nel quale i casi di morbillo nel nostro paese sono stati 400. Un boom che corrisponde a un aumento del 370% su giugno dell’anno scorso. Salgono quindi complessivamente a 3.500 da inizio anno i contagi segnalati: nel 35% dei casi è stata registrata almeno una complicanza e 2 sono stati i decessi.
Ad aggiornare i dati è il 16esimo bollettino settimanale (Settimana di riferimento 3-9 luglio 2017) nato per monitorare e descrivere in modo tempestivo l’epidemia di morbillo in corso nel nostro Paese da gennaio 2017. L’89% dei contagiati non era vaccinato, il 6% vaccinato con una sola dose. Il 41% è stato ricoverato, il 22% ha fatto ricorso al pronto soccorso. Il 56% dei casi è stato registrato tra 15 e 39 anni, il 6% invece, ovvero ben 210 casi, ha riguardato bimbi sotto l’anno di vita, i più a rischio e quelli che ancora non possono essere vaccinati. Registrati, infine, 255 casi tra operatori sanitari, più a rischio di trasmettere la malattia a persone immunodepresse.
Rispetto alla precedente rilevazione (26 giugno-2 luglio), le infezioni sono 155 in più. Sempre due i morti, il bambino leucemico in cura all’ospedale San Gerardo di Monza e la bimba con cromosomopatia deceduta al Bambino Gesù di Roma. I casi fra gli operatori sanitari sono 255, 3 in più rispetto al precedente bollettino. Secondo le statistiche riportate dagli esperti, l’89% dei pazienti non era vaccinato, mentre il 6% era vaccinato con una sola dose. Il 35% ha avuto almeno una complicanza (il 41% è stato ricoverato e il 22% è finito in pronto soccorso). La fascia d’età più colpita resta quella fra i 15 e i 39 anni (56% dei casi), mentre l’età media dei pazienti è 27 anni. Quanto alla ‘mappa’ dei casi, il primato resta del Lazio, a quota 1.155 infezioni registrate, che continua a staccare le altre Regioni. Seguono infatti il Piemonte fermo a 599 casi, la Lombardia salita a 551 e la Toscana (344).