La decisione della la "General Services Administration" arriva nel pieno della bufera del Russiagate, che ora coinvolge anche il figlio del presidente Donald jr. La società di sicurezza informatica russa: "Noi vittime del gioco geopolitico Usa-Russia"
La tempesta del Russiagate non si placa, Donald Trump jr pubblica le mail in cui si rallegra per la possibilità di ricevere da Mosca informazioni utili a danneggiare Hillary Clinton e l’amministrazione Usa mette al bando i prodotti di Kaspersky Lab. La società di sicurezza informatica russa è stata esclusa da due liste di fornitori autorizzati per le agenzie governative Usa perché il timore è che i prodotti della ditta possano essere utilizzati dal Cremlino per avere accesso ai network Usa.
Lo ha annunciato un portavoce di General Services Administration (Gsa), cioè l’agenzia Usa che si occupa di aiutare gestione e funzionamento delle altre agenzie federali. L’eliminazione dalle liste costituisce la misura più concreta adottata finora contro Kaspersky dopo mesi di sospetti crescenti, nell’intelligence e fra i parlamentari, che la società possa avere legami troppo stretti con agenzie di intelligence russe accusate di cyber-attacchi negli Usa.
Le agenzie governative potranno ancora utilizzare prodotti dalla società di sicurezza informatica, ma solo se non acquistati tramite il procedimento gestito dalla Gsa. Il software anti-virus di Kaspersky è molto diffuso sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. La società dichiara di non avere ricevuto alcun aggiornamento da parte della Gsa né di nessun’altra agenzia governativa Usa a proposito del suo status di fornitore. Il mese scorso la commissione Servizi armati del Senato Usa aveva approvato un testo che vietava l’uso di prodotti Kaspersky nell’esercito.
“A quanto pare Kaspersky Lab è stata trascinata in una lotta geopolitica in cui ognuna delle parti sta provando a usare la società come pedina nel suo gioco”, il commento della società affidato all’agenzia di stampa russa Ria. Il numero uno Eugene Kaspersky, si legge ancora nella nota, ha più volte proposto di incontrare rappresentanti del governo Usa e si è offerto di testimoniare al Congresso Usa “per rispondere a tutte le domande”.