Al Mediterraneo, dopo essere stato negli ultimi anni il cimitero per migliaia di migranti in fuga, mancava solo di diventare una curva da stadio in mare.
Dopo la campagna degli ultimi mesi messa in piedi contro le Ong, conclusa con tante chiacchiere e nessun fatto, il mercato dell’odio è riuscito a materializzare le urla razziste della rete nelle forme di una nave lunga 40 metri, la C-star, imbarcazione di Defend Europe, che presto andrà a disturbare le azioni di salvataggio. Già, avete letto bene: nessuna pars costruens – salvare vite, rispettare l’obbligo giuridico di prestare soccorso in mare e poi discutere – no, solo pars destruens con “respingimenti fai-da-te” verso la Libia: secondo gli sceriffi del mare di Gioventù identitaria, uno stato in macerie e con (almeno) 2 governi, dove sono documentate sistematiche violazioni dei diritti umani sarebbe l’apoteosi del concetto politico di “porto sicuro”.
Quella in corso è una gara alla legittimazione giocata con un vocabolario da parodia cattivista del linguaggio di Ong e movimenti progressisti: i salvataggi operati dalle organizzazioni umanitarie sarebbero parte di un fantomatico complotto immigrazionista dietro il quale si celerebbe l’obiettivo di favorire la sostituzione delle popolazioni europee con masse di giovani africani.
In questa spirale di paranoia, pericolose e disumane azioni di disturbo diventano atti di resistenza contro fantomatici nemici della civilità, come se i membri delle Ong non fossero concittadini degli identitari ma alieni scesi da Marte.
Per la campagna di crowdfunding lanciata da Defend Europe (e Generazione identitaria) per finanziare l’imbarcazione, Paypal ha scelto saggiamente la non cooperazione, bloccando la raccolta fondi di chi vuole mettere il numero chiuso al Mediterraneo. A quanto pare, tuttavia, il fanatismo non è solo religioso: quei 76mila euro raccolti comunque per un’imbarcazione le cui attività, al netto della propaganda, ricadono in un’area di dubbia legalità e di certa immoralità, la dicono lunga sulla pesante crisi della nostra civiltà. In questo senso, certamente, l’Europa è a rischio.
Questa situazione può portare ad una rapida escalation e le autorità avrebbero l’obbligo di evitare un’ipocrita equidistanza tra identitari e Ong perchè i salvataggi, quelli veri, colmano proprio la vergognosa inerzia dei governi, tanto sul piano politico quanto su quello giuridico.
Per i migranti, a questo punto, l’odissea rischia di diventare una crudele lotteria nella lotteria: non basteranno più solo le preghiere di uscire vivi dal Mediterraneo, ora dovranno fare anche scongiuri di non essere salvati dall’imbarcazione sbagliata.