Il Sud Italia è in ginocchio a causa delle fiamme. Tre camping di Metaponto sono stati evacuati precauzionalmente dalle forze dell’ordine a causa di un pericoloso incendio che sta bruciando la pineta costiera: circa 600 le persone allontanate dalle strutture turistiche. Due persone sono morte in due diversi incendi in Calabria, regione colpita dall’emergenza roghi. Un uomo di 69 anni è deceduto a San Pietro in Guarano nel cosentino, mentre cercava di spegnere le fiamme. Il sessantanovenne è morto carbonizzato a causa dell’incendio divampato vicino al proprio terreno, nella frazione San Benedetto. L’elisoccorso non è potuto atterrare a causa del fumo. L’altra vittima del fuoco è un pensionato, anche lui era nella suo uliveto. Il suo corpo è stato ritrovato dai familiari, preoccupati della sua lunga assenza, in una scarpata a Favelloni, frazione del comune di Cessaniti in provincia di Vibo Valentia. Secondo una prima ricostruzione ha perso i sensi a causa del fumo sprigionato da un rogo. È stato trovato privo di vita nel fosso.
Non si arresta intanto il lavoro dei soccorritori. I vigili del fuoco fanno sapere che “sono in corso in Italia 703 interventi ad opera delle squadre. 495 riguardano incendi di vegetazione”. Il numero è sceso rispetto all’ultimo aggiornamento ufficiale che parlava di 849 operazioni. Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina a proposito dell’emergenza ha detto: “Bisogna prima di tutto presidiare questa fase delicatissima e poi lavorare per individuare le cause e contrastare con la massima forza quanto accaduto, soprattutto se si verificherà che tutto questo si è generato per mano umana“.
Intanto nella zona del Vesuvio è in azione l’esercito con i militari impegnati nell’operazione Strade Sicure inviati a supporto dei pompieri, della Protezione civile e dei volontari impegnati da giorni nelle operazioni di spegnimento dell’incendio che ha messo in ginocchio l’area del parco nazionale, fino a sfiorare i centri abitati. Ma il sostegno ai soccorritori arriva anche da Oltralpe. Dopo la richiesta di aiuto presentata formalmente mercoledì dalla Protezione civile italiana alla Ue, il Commissario europeo Christos Stylianides ha attivato il meccanismo di protezione civile europeo e ottenuto l’invio da parte della Francia di due canadair e di un terzo mezzo di supporto aereo antincendio. I velivoli, atterrati a Ciampino intorno alle 13, sono operativi nell’area del Vesuvio e voleranno in formazione con la flotta italiana. “Voglio assicurare ai nostri amici italiani che l’Europa è pronta a dare ulteriore assistenza se e quando richiesto” ha detto il commissario.
(13lug-16:00) Sono in coso in Italia 703 interventi ad opera delle squadre #vigilidelfuoco. 495 riguardano incendi di vegetazione
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 13 luglio 2017
Si lavora senza sosta in Campania per domare il fuoco. Preoccupa meno il versante Nord tra Ercolano e Torre del Greco mentre viene definita “ancora complessa” la situazione ad Ottaviano, Terzigno. Sotto controllo la situazione a Cava Sari e negli altri siti dei rifiuti di Terzigno. Fin dalle prime ore del mattino sono entrati in azione tre canadair. Gli accessi al parco del Vesuvio sono stati chiusi dai militari. A preoccupare i soccorritori è il materiale organico presente sul suolo costituito da rami e foglie, la cosiddetta “lettiera“, che continua a bruciare. Le fiamme stanno interessando la zona del Monte Megano sui Monti Lattari. La Protezione Civile regionale della Campania fa un primo bilancio: sono oltre 100 gli ettari boschivi andati distrutti nel corso degli incendi nell’area vesuviana. La situazione è in miglioramento rispetto a mercoledì, ma desta timore del vento dal Tirreno che potrebbe complicare le operazioni di spegnimento. Per capire l’estensione dell’emergenza basta guardare la foto satellitare fornita dall’Agenzia spaziale europe. La Sentinel-2B, una potente macchina spaziale del programma Ue-Esa Copernicus, ha inviato le immagini scattate il 12 luglio. Le pendici del vulcano partenopeo sono completamente coperte dal fumo.
Not a volcanic eruption, but it’s hot! Recent temps & droughts led to #wildfires on #Vesuvius https://t.co/aSVJr84i2F #Copernicus #Sentinel2 pic.twitter.com/UOtLULMqNG
— ESA EarthObservation (@ESA_EO) 13 luglio 2017
Anche la Sicilia brucia ancora. Dopo la drammatica emergenza di mercoledì, i roghi divampano in sei diverse province. A Monreale, in provincia di Palermo è in azione un canadair. Mentre ad Adrano (Catania) stanno intervenendo due elicotteri. Un altro rogo è scoppiato a Librizzi, in provincia di Messina. Diversi focolai sono stati segnalati anche nel siracusano. Le fiamme non danno tregua a Lipari. Ha ripreso a bruciare la vegetazione attorno alla frazione di Quattropani. I roghi stanno interessando circa 3 mila metri quadri di macchia mediterranea. All’opera ci sono due squadre dei vigili del fuoco, forestale e carabinieri che hanno fatto scattare la “caccia” ai piromani. I tecnici sono a lavoro per sistemare le reti elettriche e idriche che sono rimaste danneggiate costringendo una decina di persone a dover abbandonare le loro abitazioni. Il sindaco ha chiesto stato di calamità naturale.
Dopo il vasto incendio di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, gli oltre 250 turisti sfollati dal Villaggio turistico Calampiso hanno trascorso la notte in alcuni alberghi che sono stati messi a disposizione del Comune. Degli oltre 600 turisti presenti, gran parte ha deciso di ripartire e lasciare la struttura. Il sindaco Matteo Rizzo ha fatto il punto: “I turisti siciliani hanno preferito tornare a casa – spiega – alla fine sono rimaste circa 250 persone. Grazie alla disponibilità di strutture messe a disposizione, non si è reso necessario dormire nella scuola che ieri era stata organizzata come punto di ristoro”. I turisti non rientreranno fino a sabato. Intanto sono cominciati i controlli per verificare il funzionamento degli impianti elettrici, idrici e delle comunicazioni, danneggiati dal fuoco. Gli immobili non hanno riportato danni, ma c’è ancora un forte odore di fumo.
Situazione critica in Calabria: sono 137 i roghi attivi, 98 dei quali divampati oggi. Incendi che hanno colpito gran parte della regione, creando i maggiori problemi, però, nel Cosentino e nel Reggino. Molti incendi vengono segnalati in diversi zone della provincia, sia sul versante tirrenico che su quello ionico. In provincia di Cosenza in particolare le fiamme minacciano diversi paesi e centinaia di persone hanno dovuto lasciare le case. Tanto che il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, ha richiesto l’intervento dell’esercito per fare fronte all’emergenza. Dal 9 luglio è stata attivata un’Unità di crisi per coordinare le attività. Questo pomeriggio i militari sono attivi sullo Zomaro, in Aspromonte. Dal primo pomeriggio un Canadair sta operando in località Acquaro di Cosoleto a sostegno degli uomini a terra per isolare un fronte che sta distruggendo un’area di macchia mediterranea.
Una fotografia che ben rappresentala gravità della situazione arriva da Legambiente nel”Dossier Incendi”. Dalla metà di giugno al 12 luglio sono andati a fuoco 26mila ettari di boschi, quasi la stessa superficie (93,8%) che è bruciata in tutto il 2016. La metà della superficie in fiamme, 13mila ettari, è in Sicilia, colpita da uno stillicidio di roghi in quasi tutte le province.