Sabrina, italiana, assiste bambini disabili e sieropositivi. Marcelo, transessuale brasiliana, fa la sarta a domicilio. Dal 2008 un documento li dichiara ufficialmente marito e moglie. Ma per la questura di Roma, e il ministero degli Interni, i due sarebbero convolati a nozze esclusivamente con lo scopo di garantire il permesso di soggiorno al brasiliano. Ma Sabrina e Marcelo (nomi sono di fantasia, nda) sono pronti a dimostrare l’autenticità del loro amore anche in tribunale. Dopo averlo giurato già in un rito civile.
I due, almeno sulla carta, abitano in una nota strada di Roma nord, in zona Cassia. Il quartiere è “bene”, ma conosciuto anche per la comunità transessuale non nuova alla cronaca. Dal caso Marrazzo alla morte di Brenda nel rogo dei Due Ponti. A sentire i vicini, Marcelo – la transessuale – pare che la sarta non l’abbia mai fatta, ma svolga piuttosto lavori notturni, pure se è vero che spesso li fa a domicilio.
Ma per quello che interessa qui, il matrimonio fila liscio fino al 2015, quando qualcuno in divisa bussa alla porta dell’insolito nido. “Polizia, fate aprire!”. Gli agenti devono verificare che la signora Sabrina – la moglie – occupi effettivamente la casa coniugale. Chi la conosce la descrive sobria e avvenente, ma di lei in quella casa proprio non v’è traccia. Così nasce il sospetto: “È sicuro abiti qui?”
La donna risulta in realtà domiciliata in un Comune della provincia di Roma, lungo le sponde del Tevere. Marcelo giura sia fuori solo per motivi di lavoro. “È forse reato allontanarsi da casa?”. I poliziotti sostengono di sì. “Matrimonio non consumato”, si legge nel rapporto alla questura: combinato a garantire il soggiorno del brasiliano in Italia con l’escamotage della coesione coniugale. Il ministero degli Interni emana un decreto di allontanamento dal suolo nazionale per Marcelo. Il tempo concesso per lasciare l’Italia è di 15 giorni.
Un precedente era avvenuto nel 2014 nella provincia di Savona, quando i carabinieri avevano arrestato due persone durante le nozze tra una trans e una italiana residente a Bergamo: “prezzolata”, secondo i giudici. Il sospetto è che stavolta dietro le nozze non ci sia mercimonio ma solo filantropia. Anche se la coppia si oppone e chiede che sia il Tribunale a decidere se l’amore è amore. Un avvocato ha depositato ricorso contro questura e ministero degli Interni. L’assenza di figli depone a sfavore della coppia, ma, per i ricorrenti, Sabrina sarebbe sterile a causa di un intervento chirurgico. I certificati sanitari lo proverebbero.
C’è una donna italiana, residente in Usa, che in udienza ha già testimoniato a favore dei coniugi, e almeno altre due persone sarebbero pronte a fare altrettanto. Indagare con certezza l’autenticità di un sentimento non è mai cosa facile, ma a breve un giudice della I Sezione civile del Tribunale di Roma dovrà decidere comunque se Marcelo potrà restare in Italia o dovrà tornarsene in Brasile.
di Riccardo Corsetto