Oltre all’arma, di fabbricazione italiana, gli investigatori hanno recuperato all’interno del feretro di Agostino Badalamenti, reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova, anche una borsa con vari oggetti
Una pistola a tamburo nella bara di Agostino Badalamenti, reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova, morto il primo giugno del 2005. È quello che hanno trovato i carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, ai quali la Procura Antimafia del capoluogo siciliano ha delegato un decreto di esumazione straordinaria di cadavere e perquisizione. La vicenda è raccontata dal Giornale di Sicilia.
Oltre all’arma, di fabbricazione italiana, gli investigatori hanno recuperato all’interno del feretro, tumulato nel cimitero di Santa Maria di Gesù, anche una borsa con vari oggetti. Badalamenti era stato arrestato in flagranza di reato per l’omicidio di Michele Lipari il 22 agosto 1979, si era finto pazzo riuscendo ad ottenere la semi infermità mentale e ad evitare l’ergastolo facendosi rinchiudere nel manicomio giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto per 18 anni. Scontata la pena, nel 1999 era stato investito da Bernardo Provenzano della carica di reggente del mandamento più importante della città. Arrestato nuovamente dai Carabinieri nel 2003 con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione, morì due anni dopo a seguito di una malattia.
Alla scoperta degli inquirenti hanno contribuito le dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Salvatore Bonomolo, il quale ha riferito che, prima della tumulazione del cadavere, aveva inserito all’interno della bara di Badalamenti una pistola e un pacchetto di sigarette. L’arma verrà trasmessa al Ris di Messina per l’analisi balistica e per verificare se in passato sia stata utilizzata per commettere delitti.