Cosa fare dei soldi che gli italiani hanno inviato alle popolazioni terremotate tramite gli sms solidali da 2 euro? Prenderne un terzo, o poco meno, e destinarli alla realizzazione di una pista ciclabile. E poi prelevarne un altro sesto, grosso modo, e utilizzarlo per il recupero di una “grotta sudatoria”. Era questa l’idea partorita dalla Regione Marche, di concerto con decine di sindaci delle province di Ascoli e Macerata. Ed era rimasta in piedi finché, dopo l’uscita della prime indiscrezioni, le proteste di decine di sfollati rimasti senza casa dopo il sisma del 24 agosto scorso erano cominciate a diffondersi sul web, con tanto di petizioni online e messaggi sulla bacheca del governatore Luca Ceriscioli. Il quale, fiutata l’aria, a quel punto ha deciso di fare marcia indietro: via i 5,4 milioni stanziati per la ciclabile, e maggiori finanziamenti alla ricostruzione pesante dei borghi devastati dal terremoto. Una marcia indietro parziale, però, visto che, nell’attesa dell’approvazione finale, la nuova bozza di bilancio conferma i 3 milioni per gli impianti termali di Acquasanta.
“Una presa in giro inaccettabile sia per i miei concittadini terremotati sia per gli italiani, che quando donavano i propri soldi attraverso gli sms pensavano di star contribuendo alla ricostruzione di case e scuole”. Aleandro Petrucci, il sindaco di Arquata, è furioso. E non basta il ripensamento in extremis della Regione a calmarlo. “L’amarezza resta tutta. Posso dirmi soddisfatto per aver combattuto la mia battaglia, ma non basta”. La sua battaglia, Petrucci l’ha combattuta la sera del 12 giugno, nel corso di una turbolenta riunione tra i vari sindaci della provincia di Ascoli interessati dalla distribuzione dei fondi. È stato in quel momento che la Regione ha scoperto le carte.
Dei 32 milioni di euro raccolti tramite gli sms solidali, alle Marche ne sono spettati 17,5. Il governatore Ceriscioli, del Pd, come i suoi omologhi di Lazio, Abruzzo e Umbria ha accettato di raccogliere le proposte dei vari sindaci del cratere e poi realizzare un elenco. La sorpresa, dunque, è arrivata al momento della lettura delle carte. Il sindaco di Arquata snocciola i dati, precisando che si tratta di documenti ufficiosi. “Cinque milioni per l’ammodernamento della ex statale 238, 1 milione e mezzo per 4 eliosuperfici per i comuni di Acquasanta, Montegallo, Montemonaco e Comunanza…”. Poi, i progetti più controversi. Innanzitutto i 3 milioni per la grotta sudatoria nel complesso termale di Acquasanta, in realtà abbandonata all’incuria ben prima che il terremoto devastasse il piccolo Comune dell’Ascolano, e da anni chiusa al pubblico. In secondo luogo, la ciclovia che dovrebbe collegare Sarnano, ai piedi dei monti Sibillini, ad Abbadia di Fiastra, la riserva naturale che circonda l’abbazia benedettina: primo tratto della tanto attesa pista ciclabile destinata prima o poi ad arrivare fino al lungomare di Civitanova. “Un progetto ambizioso per il potenziamento dell’offerta turistica”, lo giudicano i collaboratori di Ceriscioli, precisando come l’idea fosse portata avanti da “20 sindaci della Vallata del Fiastra”. Ciò non è bastato, però, perché Petrucci non si opponesse. “Anzi, proprio l’atteggiamento dei miei colleghi degli altri Comuni, tutti desiderosi solo di racimolare qualcosa per il proprio territorio, mi ha ferito. Oltre, ovviamente, alla scelta della Regione di dar seguito a quelle proposte. Noi ad Arquata abbiamo avuto 51 morti, io per strada ho ancora 500mila tonnellate di macerie: e voi mi parlate delle terme e della pista ciclabile?”. Per questo Petrucci, al termine della riunione del 12 luglio scorso, ha deciso di votare contro. L’unico, se si esclude il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, che si è astenuto. “E ho anche preteso che venisse messa a verbale la mia protesta”, racconta Petrucci.
Dal giorno dopo, l’indignazione sul web è montata. Il governatore Ceriscioli c’ha pure provato a difendere le ragioni della ciclabile – “progetto da sempre ritenuto un volano di sviluppo” – sulla sua bacheca Facebook. “Ricostruire non significa sistemare quello che è stato distrutto dal sisma ma anche creare nuove opportunità di attrazione e lavoro”. Ma ormai era evidente che la situazione rischiava di precipitare, con i cittadini che rispondevano, arrabbiati: “Ma davvero credete che la gente sia stupida?”. E così, in una riunione della cosiddetta “cabina di coordinamento” (formata dai 4 governatori interessati e dal commissario alla Ricostruzione Vasco Errani), si è deciso di cambiare strategia. La ciclovia resta, ma verrà finanziata con fondi europei. Quanto ai 5,4 milioni inizialmente stanziati per quell’opera, questi “verranno utilizzati per le scuole e i recupero del municipio di Arquata del Tronto”. Ad annunciarlo, sempre su Facebook, lo stesso Ceriscioli.
Con un messaggio che però non placa l’ira di Petrucci. “Se si vuole far credere che le nostre scuole verranno ricostruite con quei fondi grazie alla Regione, non lo accetto. I finanziamenti in quel caso sono di tutt’altra natura. Quanto al resto, grazie alla mia protesta sono riuscito a ottenere 2,1 milioni per la ristrutturazione del mio municipio, circa un milione per la sistemazione degli 8 cimiteri di Arquata, che restano tuttora, a quasi un anno dal 24 agosto, in condizioni indecenti”. Dunque, a conti fatti, Petrucci ribatte: “Faccio notare che 3,1 milioni sono assai meno dei 5,4 milioni destinati inizialmente alla ciclabile. Gli altri dove andranno?”.
Domanda a cui è difficile dar risposta. Anche per i tecnici dello staff di Ceriscioli. Che rimandano tutto a lunedì, quando dovrebbe essere approvato definitivamente il progetto da parte del Comitato etico della Croce Rossa Italiana, garante della trasparenza nella gestione dei fondi per la ricostruzione raccolti grazie alle donazioni volontarie. Una cosa però, per ora è certa. Scomparsa la ciclabile, nel progetto avallato dalla Regione Marche resta la “grotta sudatoria” di Acquasanta, per la quale è stato ribadito lo stanziamento di 3 milioni. A confermalo la stessa portavoce di Ceriscioli, che però ci tiene a una precisazione: quel sito è risultato come il “luogo del cuore” prediletto dai marchigiani nell’ultima votazione indetta dal Fai, il Fondo ambiente italiano. Tanto basta, a quanto pare, per venire recuperato coi soldi devoluti dagli italiani per la ricostruzione.