Secondo quanto riporta la stampa locale, l'omicidio è stato compiuto da un commando di tre uomini armati di fucile a canne mozze che hanno freddato la vittima mentre stava lavando la sua auto nella campagna di sua proprietà a Barrafranca
Ucciso in campagna a colpi di lupara, dopo che in passato era stato assolto a sua volta dall’accusa di omicidio. È un assassinio che sembra arrivare direttamente dagli anni ’60 quello di Filippo Marchì, un commerciante di auto di 48 anni sposato con due figli, ammazzato nella campagna di sua proprietà a Barrafranca, in provincia di Enna. Secondo quanto riporta il sito locale vivienna.it, l’omicidio è stato compiuto da un commando di tre uomini, che hanno freddato la vittima mentre stava lavando la sua auto nell’appezzamento di terreno di fronte l’abitazione: i tre sono poi fuggiti in macchina. Il corpo dell’uomo è stato trovato dalla moglie e dalla figlia, accorse dopo aver sentito i colpi. Secondo le prime informazioni, l’uomo sarebbe stato raggiunto da una o più rose di pallettoni sparati da almeno un fucile a canne mozze, anche se ancora non ci sono conferme sul tipo di armi utilizzate.
Sul luogo sono intervenuti i carabinieri e il sostituto procuratore della dda di Caltanissetta, Santi Roberto Condorelli, coordinatore delle indagini antimafia per la zona della provincia di Enna. Nel 2001 Marchì fu accusato di avere ucciso un imprenditore del settore movimento terra a Barrafranca, trovato morto in auto sulla strada provinciale Enna-Barrafranca. Dopo l’assoluzione in primo e secondo grado, non impugnata dalla procura e quindi diventata definitiva, il commerciante aveva chiesto al ministero della Giustizia un risarcimento di oltre mezzo milione di euro per ingiusta detenzione. Quel delitto del 2001 è rimasto irrisolto.